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Per tre giorni a Pievesestina esplode la romagnolità FOTO

La tre giorni di eventi è dedicata alla terra dei Malatesta, organizzata da Fiera di Cesena nei padiglioni del quartiere di Pievesestina

Pubblicato:03-03-2017 18:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:58

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CESENA – La Romagna declinata in tutte le sue essenze. Quelle più conosciute e quelle più remote, magari nascoste dal tempo. Questo è “Sono Romagnolo”, la tre giorni di eventi dedicata alla terra dei Malatesta, organizzata da Fiera di Cesena nei padiglioni del quartiere di Pievesestina.

Questa sera l’inaugurazione affidata a diversi sindaci locali, tra cui quello di Cesena Paolo Lucchi, che sulle note dell’Inno di Mameli riarrangiato in “liscio style” taglia il tradizionale nastro tricolore.

Tanti gli stand da visitare e dove stringere mani e non negare abbracci per gli amministratori romagnoli, alla visita della loro fiera.


Non mancano brindisi e assaggi, e un gemellaggio con le ballerine della scuola brasiliana di danza. Il tour prosegue verso l’area del liscio, dove la musica folk fa ballare già i primi visitatori, tra gli stand di Secondo e Raoul Casadei. Con la hit “Romagna mia”, tradotta in inglese e spagnolo, pronta a un tour all’estero.

Certo non mancano i prodotti tipici, la piadina su tutti, e poi le carni e i pesci della Romagna. Lo street food di un tempo, i ceci lessi accomapagnati dal vin brulè, specialità ormai quasi dimenticata nel tempo. Gli stand cominciano ad affollarsi durante il tour degli amministratori e i profumi della cucina distraggono nasi e palati.

Il presidente di Cesena Fiera, Renzo Piraccini, gongola per la scommessa vinta. “Ci sono le basi per andare avanti. Abbiamo trovato il filone giusto, quello di rimarcare la nostra identità, che suscita un grande interesse”. Insomma le “premesse sono ottime per un’edizione superiore alla precedente”. E’ la dimostrazione, aggiunge, che “il trasloco del Macfrut ha generato diverse questioni virtuose, con possibilità di nuovi investimenti e di nuove manifestazioni”.

Certo Cesena gioca un ruolo di nicchia rispetto alle cugine di Rimini e Bologna. “E’ inutile giocare lo stesso campionato- argomenta Piraccini- noi siamo in serie B, ma siamo in testa alla classifica“. Soddisfatto anche il sindaco Lucchi, che si ferma praticamente a tutti gli stand per un sorriso e un abbraccio, passando da quello dei libri d’epoca a quello del Movimento per l’autonomia della Romagna. Ma nessuna verve scissionista. “Questa- commenta- è una fiera di valori, storici, gastronomici, di comunità”. E poi è la “fiera del folklore”. Ci possono essere, sottolinea, “grandi risvolti di carattere turistico, con una bella selezione di quello che siamo e che possiamo proporre”.

Protagonista in serata, per questa prima giornata, sarà la musica, con la direzione artistica degli spettacoli, affidata a Giordano Sangiorgi, patron del Mei, particolarmente raggiante perché proprio oggi è arrivata la certificazione della partecipazione al bando per esportare musica del Mibact. Così “Romagna mia”, reinterpretata in chiave indie, sarà tradotta in inglese e spagnolo. E portata in giro all’estero. “Metteremo insieme- spiega- giovani artisti romagnoli con quelli dei due Paesi di riferimento per rielaborare il brano”, che rappresenta un biglietto da visita della Romagna nel mondo. E quando la si ascolta, il vero romagnolo non può non ballare.

di Cristiano Somaschini, giornalista

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