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NAPOLI – “La medicina di genere nasce negli anni Sessanta ma nell’ultimo decennio si sono enormemente intensificati i lavori scientifici che vogliono valutare le patologie non solo in quanto riferite a un determinato organo del corpo ma in quanto affliggono l’uomo o la donna”. Annamaria Colao, endocrinologa dell’Università Federico II di Napoli, intervistata dall’agenzia Dire, presenta la manifestazione ‘Eva e Adamo’, la prima in Campania a occuparsi di medicina e salute di genere che si svolgerà dal 6 all’8 marzo nella sede dell’Università Federico II di Napoli in via Partenope.
L’iniziativa, organizzata nell’ambito del Campus della Salute, intende porre attenzione su quanto ci sia ancora da fare per la parità di genere e prevede simposi dedicati a sessualità, dieta mediterranea, stili di vita, obesità, melanomi, tumori al seno, osteoporosi, malattie neurologiche, respiratorie e cardiologiche.
“Parlare di medicina di genere – prosegue Colao, responsabile scientifico del progetto – non significa parlare solo di differenze di sesso ma anche di tutta la parte psicologica che sottende la differenza tra uomo e donna con una linea di ricerca che sottende gli omosessuali, uomini e donne, e i transgender. Il cambiamento di sesso porta con sé una serie di implicazioni”.
Perfino ictus o infarti “possono avere una connotazione clinica differente se interessano un uomo o una donna. Quest’ultima – continua l’endocrinologa – non va considerata come un diversamente uomo, piuttosto come un individuo in cui la macchina corpo umano ha delle specificità proprie”.
Oggi perfino i trial clinici sui farmaci tengono conto delle differenze di sesso “e a una porzione dei soggetti inclusi nel trial – spiega Colao – si richiede di essere di un genere differente rispetto alla maggioranza. Faccio un esempio, se si valuta un farmaco per ipertesi, un terzo dei pazienti dovrà essere di sesso femminile perché perfino i farmaci hanno una diversa potenza tra uomo e donna”. Al Campus della Salute sono in programma anche visite mediche specializzate gratuite che mirano alla prevenzione “e questa parte che connota la manifestazione – sottolinea l’endocrinologa – ci dice che c’è un gran bisogno di salute nella popolazione. Noi medici facciamo del nostro meglio per dare un contributo”.
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