NEWS:

Toscana sempre più ‘rosa’, ora più di un’impresa su 5 è femminile

FIRENZE - Alla fine del 2015 le imprese femminili in Toscana raggiungono quota 95.000, il 22,9% del sistema

Pubblicato:03-03-2016 15:47
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:05

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

FIRENZE – Alla fine del 2015 le imprese femminili in Toscana raggiungono quota 95.000, il 22,9% del sistema imprenditoriale della regione. Sul fronte del gentil sesso, rispetto al 2014, Unioncamere, all’interno del report sul quarto trimestre 2015, registra un incremento dell’1,7%, pari ad un saldo netto positivo di circa 1.600 unità. In questa dinamica aumentare sono soprattutto le società di capitali (+5,4%, +900).

donne lavoroNel quadro complessivo è ancora superiore la crescita per le imprese straniere: 52.147 unità a fine 2015, ovvero il 12,6% del sistema imprenditoriale toscano, per un incremento del 4,8% (+2.400 aziende) rispetto al 2014. L’ascesa è riconducibile soprattutto alle ditte individuali (+1.760, +4,2%), anche se le società di capitali restano le più dinamiche in termini percentuali (+12,3% per un saldo positivo di 560 unità). In calo, invece, le imprese giovanili (39.331), il 9,5% del tessuto imprenditoriale regionale, che fa registrare un -1,2%. A diminuire, in questo caso, sono le ditte individuali (-500 aziende) e le società di persone (-220), mentre aumentano le società di capitali guidate da under 35 (+4,8%, +266 unità). Le aziende artigiane, che a fine 2015 in Toscana sono 108.099 (il 26,1% delle imprese registrate), calano infine dell’1,1% (-1.250 unità) a causa di una natalità in continuo rallentamento e una mortalità elevata (8,5%). “Da notare, tuttavia- spiega Unioncamere- che questa flessione è riconducibile in larga parte al calo registrato nell’edilizia (-650 aziende), settore a forte specializzazione artigiana”.

Ad un artigianato sempre in affanno fa da contraltare il sistema delle imprese non artigiane, in espansione (+1,6% pari a +4.883 unità), grazie ad una mortalità contenuta che compensa il basso tasso di natalità. Per quel che riguarda i settori delle attività, quelli che contribuiscono alla crescita appartengono per la maggior parte al comparto dei servizi, che in regione raccoglie oltre 236.000 imprese e mette a segno un saldo positivo di 3.226 aziende nel corso del 2015 (+1,4% rispetto al 2014). Per il turismo (alberghi, ristoranti e pubblici esercizi) continua la fase espansiva” che, dal 2009 ad oggi, ha determinato un saldo positivo di quasi 6.000imprese, arrivando a contare 33.855 unità (+2,9% e +968 imprese rispetto a fine 2014) a fine 2015. In espansione anche il commercio (+0,7%, +723), che raggiunge quota 101.600 aziende, rappresentando un quarto del sistema imprenditoriale regionale. “Da evidenziare, sottolinea il report- il contributo da parte degli stranieri alla crescita di imprese in entrambi i settori: nel turismo si registrano +260 imprese straniere e +660 italiane, mentre nel commercio i saldi sono pari a +1.100 per le attività condotte da stranieri ed a -180 per quelle in capo ad italiani”.


industrie_reggio5Il numero delle industrie, infine, “resta invece sostanzialmente invariato“, con un saldo positivo fra ingressi ed uscite (al netto dell’edilizia) di sole 14 imprese. Sul versante della manifattura, all’interno del sistema moda, che raccoglie oltre 21.000 imprese, aumentano le attività dei comparti confezioni-abbigliamento. Tutte le attività della meccanica-elettronica registrano un calo di aziende (meccanica strumentale -21, elettronica e meccanica di precisione -27, mezzi di trasporto -11, prodotti in metallo -27), ad eccezione delle riparazioni (+105). Tre, poi, i comparti che registrano un saldo positivo: alimentari (+28 aziende), chimica-farmaceutica (+25) e oreficeria (+24), mentre l’industria del legno registra un calo di 88 imprese e quella dei mobili di 7, cui si aggiungono le perdite di unità produttive nei minerali non metalliferi (-18) e nella carta-stampa (-15).

Resta critico il quadro dell’edilizia: -650 unità nel 2015, -1,0%), le cui difficoltà sono strettamente legate all’artigianato. In Toscana, il 69% delle imprese operanti nella filiera delle costruzioni sono infatti artigiane (per lo più attive nella installazione di impianti e nei lavori edili di completamento): nel 2015, il settore artigiano delle costruzioni ha perso ben 1.200 aziende (-2,7% rispetto al 2014), contro un andamento che- per la parte non artigiana- ha fatto viceversa registrare una variazione positiva pari a +540 imprese. La novità del 2015 è la crescita delle imprese agricole: 41.000 registrate, pari al 10% del totale regionale. Dopo anni di costante e progressiva espulsione di imprese agricole (circa 3.000 imprese in meno fra il 2010 e il 2014), prevalentemente di piccola dimensione, la Toscana chiude l’anno con un bilancio positivo fra entrate e uscite (+605, +1,5%).

di Diego Giorgi, giornalista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it