“L’AI ci dirà come finirà l’universo” (sempre che non lo distrugga proprio l’AI…)

Il professor Thomson sarà il direttore del Cern dal 1° gennaio 2026: "L'apprendimento automatico rivoluzionerà la fisica delle particelle"

Pubblicato:03-02-2025 12:51
Ultimo aggiornamento:03-02-2025 12:51
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bosone di Higgs
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ROMA – Secondo il prossimo direttore generale del Cern, l’intelligenza artificiale avanzata rivoluzionerà la fisica fondamentale e potrebbe aprire una finestra sul destino dell’universo. Il professor Mark Thomson assumerà la direzione del Cern dal 1° gennaio 2026, afferma che l’apprendimento automatico sta aprendo la strada a progressi nella fisica delle particelle che promettono di essere paragonabili alla previsione delle strutture proteiche basata sull’intelligenza artificiale che è valsa il premio Nobel agli scienziati di Google DeepMind in ottobre.

Thompson dice che al Large Hadron Collider vengono utilizzate strategie simili per rilevare eventi incredibilmente rari che contengono la chiave per capire come le particelle hanno acquisito massa nei primi istanti dopo il big bang, e se dunque il nostro universo potrebbe essere sull’orlo di un collasso catastrofico.

“Sarà piuttosto trasformativo per il nostro campo. Si tratta di dati complessi, se utilizzi una tecnica incredibilmente complessa, come l’intelligenza artificiale, vincerai”.


Thomson dice che l’intelligenza artificiale ha già fornito un nuovo impulso alla ricerca di nuova fisica su scala subatomica. Arriveranno osservazioni senza precedenti del bosone di Higgs, la particella di Dio, mentre attribuisce massa a se stesso, un fenomeno chiamato autoaccoppiamento di Higgs. Una forza fondamentale per comprendere come, un trilionesimo di secondo dopo il big bang, un cambiamento nel campo di Higgs abbia portato le particelle ad acquisire improvvisamente massa.

Questa misurazione servirebbe anche a rivelare se il campo di Higgs ha raggiunto uno stato di riposo finale e stabile o se in futuro potrebbe verificarsi un’altra drastica transizione, uno scenario che vedrebbe l’universo come lo conosciamo evaporare quasi istantaneamente.

Insomma l’intelligenza artificiale ci potrebbe se e come finirà l’universo. Sempre che la risposta a sorpresa non sia “lo distruggerò io”.

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