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Bergamo-Brescia 2023, Gori: “Alleanza non episodica tra noi”

Dopo la presentazione di ieri a Bergamo, nel pomeriggio ci sarà un evento a Brescia. Presentati già 511 progetti

Pubblicato:03-02-2022 14:13
Ultimo aggiornamento:03-02-2022 14:13
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di Laura Iazzetti

BERGAMO – La cultura deve essere un innesco, “uno stimolo affinché tutti i settori della comunità cittadina migliorino”. Lo sottolinea il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, parlando alla stampa a margine della presentazione del dossier sulle iniziative che Bergamo e Brescia ospiteranno quando saranno Capitali della cultura. La presentazione è avvenuta ieri sera al Teatro sociale di via Colleoni.
Per il primo cittadino, gli eventi del 2023 devono essere un’occasione per fare “un passo in avanti” e, allo stesso tempo, “di lato avvicinandosi alla istituzioni bresciane”. In questo modo potrà essere costruita “un alleanza non episodica”, che aiuti le due città a rinascere dopo la pandemia.

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“INSIEME SI È PIÙ FORTI”

Bergamo e Brescia vogliono dare un messaggio chiaro ai cittadini e al Paese: “Insieme si è più forti”. Gori puntualizza che “lavorare insieme non è facile”, perché “bisogna smussare un po’ di spigoli e abituarsi alla differenze”, ma è comunque “una grande opportunità”.

CI SONO 511 PROGETTI

I progetti presentati sono 511. L’assessora alla Cultura di Brescia e la vicesindaca della Leonessa d’Italia Laura Castelletti racconta alla ‘Dire’ che è stata una sorpresa ricevere così tante richieste di partecipazione: “Non ce l’aspettavamo”, aggiunge. Nei prossimi mesi continueranno ad arrivare proposte e il numero di iniziative potrebbe crescere ulteriormente.
Oggi il dossier sarà presentato a Brescia, alle 17.30 al Teatro sociale di via Cavallotti. Come ricorda Castelletti le 132 pagine che nei giorni scorsi sono state consegnate al ministero della Cultura, “sono il frutto di un lunghissimo anno di lavoro”.

DALLA PANDEMIA ALLA VITA CHE TORNA

Raccontare la pandemia, ampliare il numero di interventi educativi in campo sportivo, aumentare il verde presente in città, spronare le fondazioni artistiche a lavorare insieme. Sono questi alcuni dei temi raccolti nel dossier di 132 pagine che Bergamo e Brescia hanno consegnato al ministero della Cultura, per presentare le iniziative che realizzeranno sul territorio nel 2023.
I progetti approvati fino ad ora sono 511. Si svilupperanno sul territorio bresciano e bergamasco, coinvolgendo le province. Alcune delle iniziative immaginate sono state presentate ieri al Teatro sociale di Bergamo.

Sul palco, tra gli altri, è salito anche Vittorio Rodeschini, presidente dell’associazione Arketipos, che si occupa di promuovere, diffondere e valorizzare la cultura del paesaggio naturale. “L’idea è di proseguire il lavoro fatto in questi anni, estendendolo anche a Brescia”, racconta alla ‘Dire’ Rodeschini. Dal 2011 Arketipos organizza insieme al Comune di Bergamo la manifestazione ‘Maestri del Paesaggio’, che trasforma Piazza Vecchia in uno straordinario giardino. L’obiettivo di Rodeschini per il 2023 è duplice: “Parlare di paesaggio con una serie di iniziative culturali rivolte agli addetti ai lavori” e allo stesso tempo “realizzare un allestimento di qualità nei luoghi simbolo della città”. Anche Brescia quindi “verrà invasa dal verde” come accade ormai da 10 anni a Bergamo.

Dopo Rodeschini, il palco del Teatro sociale ha accolto anche Roberta Frigeni, direttrice scientifica del Museo delle storie di Bergamo, in cui è ospitato anche il Museo della fotografia Sestini.
Per il 2023, “il Museo Sestini ha presentato un importante iniziativa in cordata con altre istituzioni, accomunate da un tratto identitario: tutte deteniamo degli archivi fotografici storici di grandissimo rilievo”, spiega alla ‘Dire’ Frigeni.
Il progetto prevede la costruzione di due mostre fotografiche, una a Bergamo al Museo Sestini e una a Brescia in Fondazione Negri, “per raccontare, soprattutto ai giovani, il valore che le imprese hanno rivestito per la crescita sociale e civile dei territori”. Saranno allestite infatti “due grandi mostre che parleranno del tema del lavoro, a partire dagli albori del ‘900 fino all’avvento delle fabbriche 4.0”, aggiunge Frigeni. L’idea che sostiene l’iniziativa riprende quella del riconoscimento dato alle due città dal Parlamento: bisogna lavorare insieme per poter crescere.

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