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Giampedrone-Rixi: “Alluvione 2014, servono 5 mln per danni di novembre”

GENOVA - Almeno cinque milioni di euro per aiutare

Pubblicato:03-02-2016 15:52
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:53

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alluvione maltempoGENOVA – Almeno cinque milioni di euro per aiutare i privati colpiti dall’alluvione del novembre 2014 perché non devono esistere “alluvionati di serie A e di serie B”. E’ questo il succo della lettera inviata questa mattina dagli assessori alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, e alle Attività produttive, Edoardo Rixi, alla presidenza del Consiglio dei ministri. La giunta ligure chiede al governo “uno sforzo per superare l’attuale disparità di trattamento tra chi ha subito l’alluvione dell’ottobre 2014 e chi è stato colpito da quella del novembre dello stesso anno: “Un solo mese di differenza tra i due fatti analoghi che hanno determinato vittime in entrambe le situazioni- spiegano gli assessori- e l’impossibilità per i privati colpiti dall’alluvione di novembre di vedersi riconoscere e quantificare il danno subito”.

Per entrambi gli eventi alluvionali erano stati dichiarati altrettanti stati di emergenza. Ma quella che Giampedrone e Rixi definiscono “palese ingiustizia” è dovuta al fatto che la gestione delle due situazioni non è stata uguale: se per l’evento di ottobre sono stati utilizzati finanziamenti derivanti da economie che hanno consentito di erogare contributi a favore delle abitazioni danneggiate, la stessa cosa non è avvenuta per quei cittadini che hanno perso le loro abitazioni a novembre del 2014″.

La Regione afferma che per la seconda alluvione “governo e Unione europea hanno stanziato risorse vincolate agli interventi di prima emergenza e di somma urgenza che non possono essere utilizzati a favore dei privati. Ammonterebbero a un centinaio i casi più gravi, cioè quelle famiglie che hanno perso la casa di residenza perché distrutta o inagibile”.
Gli assessori, dunque, lanciano un appello affinché Roma non “abbandoni questi cittadini e possa così individuare quelle risorse, pari ad almeno 5 milioni di euro, indispensabili per non lasciarli completamente soli”.


di Simone D’Ambrosio, giornalista

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