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Acqua, Galletti: “E’ un diritto universale, ma bisogna tutelare risorse e proporzionalità”

Il ministro interviene anche sulla gestione idrica: per l'acqua oggi in Italia "abbiamo 2mila gestori, mentre l'ottimale sarebbe cento"

Pubblicato:03-02-2016 09:30
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:53

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Gianluca Galletti (1)ROMA – La fornitura di acqua “a carattere sociale sia assicurata a chi ne ha davvero bisogno, ossia a quelle utenze caratterizzate da documentato disagio economico, poiché altrimenti la deroga al principio ‘chi inquina paga’ non troverebbe adeguata giustificazione in ragioni di carattere sociale”. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, lo dice nel corso della sua audizione alla commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in sede referente, della proposta di legge ‘Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico’.

Gli interventi a carico della fiscalità generale che, in questo contesto, si dovessero ritenere necessari, “non andrebbero comunque configurati come interventi ‘a pioggia’– avverte Galletti- dovendo piuttosto essere calibrati sulle singole realtà socioeconomiche di ciascun distretto idrografico e di ciascun ambito ottimale, tenendo conto delle specifiche esigenze di investimento che caratterizzano i territori, nonché delle diverse ragioni che la pressione sulle risorse idriche ha in ciascun contesto”. Inoltre, “poiché la risorsa idrica può avere differenti caratteristiche qualitative, che la rendono idonea a diversi scopi o usi- rileva il ministro- la individuazione del ‘minimo vitale’ dovrebbe tener conto di tali differenze”.

Le norme che mirano ad assicurare la disponibilità per ciascun essere umano di un quantitativo minimo di acqua a scopo di sostegno vitale “risultano senz’altro meritevoli e compatibili con le finalità di tutela ambientale della disciplina del servizio idrico”, ma si devono dispiegare “secondo precise direttrici”, dice  Galletti. “Innanzitutto è necessario che il quantitativo assicurato sia effettivamente quello indispensabile ad una vita dignitosa, e non superi significativamente tale livello, poiché altrimenti si produrrebbero effetti disincentivanti l’uso consapevole della risorsa- dice Galletti- e a questo riguardo non possiamo tacere la gravità di quei fenomeni di spreco della risorsa idrica cui troppo spesso assistiamo”. L’acqua “è un bene prezioso e limitato, e il suo uso dissennato è il principale nemico che tramite la riforma oggi in discussione dobbiamo combattere”, ricorda il ministro.


OGGI 2MILA GESTORI, OTTIMO SAREBBE 100 – Nella gestione dell’acqua ci sono gestioni “pubbliche che funzionano bene e private male e viceversa”, ma “non mi concentrerei su questo”. Piuttosto “serve il controllo e la messa in regola delle gestioni attuali e la defizione degli Ato”, gli Ambiti territoriali ottimali in cui suddividere il Paese. Infatti “io do grande importanza agli Ato” perché “l’economia non la fai sulla gestione ma sulle dimensioni” e “se il mercato è troppo piccolo quel servizio sarà difficilmente in pareggio e per la copertura del ‘chi inquina paga’ si fa difficile”.

Il punto è che per l’acqua oggi in Italia “abbiamo 2mila gestori, mentre l’ottimale sarebbe cento“. Alla luce di queste considerazioni “credo che le aggregazioni vadano fatte, pubbliche e private”, dice Galletti, “ma anche la dimensione dell’azienda è importante per rispondere a un bacino più ampio”. Le dimensioni, quindi: “in Europa le aziende sia pubbliche che private sono molto grandi e più grandi molte volte delle nostre società quotate in borsa”, avverte il ministro, infatti “si è capito che in questi settori economie di scala sono importanti”, dice Galletti, poi sul “pubblico o privato, dobbiamo lasciare liberi” gli operatori di fare le proprie scelte.”All’esito del referendum è caduta la normativa nazionale del decreto Ronchi ed è entrata in vigore la normativa europea che prevede tre forme di gestione: in house, mista e privata”, prosegue Galletti. “Oggi sono in vigore queste tre- aggiunge- e secondo me tutte e tre sono degne di attenzione da parte del legislatore perche non è detto che uno sia meglio dell’altra”.

(Tutti i dettagli dell’intervento del ministro Galletti nel notiziario DIRE in abbonamento)

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