Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – I caccia dell’aviazione francese sono decollati in Ciad avviando il ritiro delle forze di Parigi di stanza nel Paese del Sahel per decenni, senza mai lasciarlo dopo la sua indipendenza conquistata nel 1960. I primi a partire sono stati due Mirage 2000d e un aereo cisterna. A seguire i circa mille uomini di stanza in una base proprio accanto all’aeroporto della capitale N’Djamena.
Il Ciad è l’ultimo Paese africano a sospendere i suoi accordi di cooperazione in ambito militare con Parigi. Una scelta analoga è stata annunciata dal Senegal, un’altra ex colonia francese. E prima a rompere con Parigi erano già stati Burkina Faso, Mali e Niger, Paesi del Sahel dove tra il 2020 e il 2022 hanno assunto il potere giunte militari. Ma cosa sta accadendo in questa regione dell’Africa, frontiera sud dell’Europa, indicata come strategica ormai da anni, in relazione al tema delle migrazioni, della lotta al terrorismo o comunque sia all’instabilità politica?
Sulla base della sua esperienza di rappresentante speciale dell’Unione Europea, durata oltre tre anni, tra il 2021 e il 2024, ne parla Emanuela Claudia Del Re. Professoressa e ricercatrice sui diritti umani, deputata e vice-ministra italiana degli Affari esteri e della cooperazione internazionale prima di essere il volto dei 27 Paesi dell’Ue, Del Re allarga lo sguardo.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it