NEWS:

In Tanzania cade il divieto di protesta, la presidente Hassan: “Ora potete criticare il governo”

Superata la disposizione del 2016 dell'allora presidente John Magufuli, che così spiana la strada alle elezioni del 2024 e del 2025

Pubblicato:03-01-2023 18:48
Ultimo aggiornamento:03-01-2023 18:48

Samia Suluhu Hassan tanzania
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Via libera alle manifestazioni pubbliche organizzate da partiti e movimenti di opposizione: così ha deciso la presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan, cancellando una disposizione che era stata assunta nel 2016 dal suo predecessore, John Magufuli.

“Sono qui per affermare che il divieto di manifestazioni politiche è caduto” ha detto Hassan, nel corso di un meeting coi leader dei diversi partiti politici. “Ora siete tutti liberi di criticare il governo”, ha aggiunto la prima presidente donna nella storia del Paese, annunciando cosi un atto che, secondo la testata ‘The east african’, spiana la strada a due appuntamenti molto importanti per la Tanzania: le elezioni amministrative del 2024 e quelle generali del 2025.

“La responsabilità del governo è di provvedere a sufficiente spazio per i cortei affinché si svolgano pacificamente a prescindere dall’affiliazione politica dei partiti, invece di ostacolarli”, ha aggiunto la presidente, che ha infine ribadito che le iniziative pubbliche “sono legali dal punto di vista della Costituzione”.


Da quando è salita in carica dopo l’improvvisa scomparsa di Magufuli, nel marzo 2020, Samia Suluhu Hassan ha realizzato varie riforme sul piano dei diritti, tra cui l’abrogazione della legge che stabiliva l’espulsione definitiva delle ragazze da scuola nel caso di gravidanze precoci.

Leggi anche: Tanzania, la stampa ai tempi di Samia, prima presidente donna: sociale, libera e africana

Tanzania, studentesse incinte espulse da scuola: le Ong denunciano il governo

Il tour di Marco Mengoni porterà 30 milioni di litri d’acqua in Tanzania

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it