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Spari sul bus degli studenti: un ferito grave, arrestato 16enne a Mantova

Ritrovata l'arma: Il minorenne, dopo la sparatoria, l'aveva gettata nel fiume Oglio. Ora si trova al carcere Beccaria di Milano. Tanti gli interrogativi da chiarire, a partire dal movente

Pubblicato:02-12-2024 15:42
Ultimo aggiornamento:02-12-2024 15:43

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MILANO – Ha estratto una pistola vera sull’autobus di linea che portava lui, di 16 anni, e altri studenti a casa, dopo una mattinata di lezioni, alle scuole superiori. L’arma era carica e – per motivi ancora tutti da chiarire- è partito un proiettile che ha colpito un 17enne, ferendolo gravemente alla bocca e alla mandibola. Qui non c’entra l’emulazione di film alla Gomorra, né la microcriminalità delle città metropolitane: l’episodio è accaduto nella provincia lombarda, ad Asola, neanche a 30 chilometri da Mantova e risale al 22 novembre scorso.

Oggi il giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minori di Brescia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a carico del minorenne responsabile di aver maneggiato l’arma e aver fatto partire il colpo. Fino a ieri il ragazzino era indagato per lesioni gravi, ora si trova al carcere minorile Beccaria di Milano, dove resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria minorile.

I FATTI

Il 17enne ferito, dopo l’esplosione del colpo, è stato trasferito immediatamente all’ospedale civile di Mantova: i medici del pronto soccorso si sono subito resi conto che le ferite alla bocca e al volto erano state causate da un proiettile. È stata così estratta l’ogiva di piccolo calibro che si era conficcata tra la mandibola e la lingua. Nei giorni successivi, dopo l’interrogatorio e la confessione del 16enne, i carabinieri hanno ritrovato anche l’arma utilizzata per sparare sul bus, una Beretta calibro 6,35: dopo lo sparo, il responsabile l’aveva gettata nel fiume Oglio, nel Comune di Canneto. Ora arma e proiettile saranno analizzati anche dal Ris di Parma per le verifiche balistiche.


Restano infatti tutte da chiarire le dinamiche di quanto avvenuto: se lo sparo fosse intenzionale, quale sia stato il movente, o se sia partito per errore. Ma non solo, restano gli interrogativi su come l’arma sia arrivata al minore, di chi fosse e come se la sia procurata.

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