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ROMA – Sostegno alla costruzione di “pace e stabilità” e slancio a partenariati “equi e sostenibili”, in grado di produrre posti di lavoro e crescita: si fonda su queste direttrici l’impegno dei Paesi del G7 per l’Africa, così come evidenziato dai ministri degli Esteri nella dichiarazione conclusiva del vertice di Fiuggi, che si è tenuto dal 25 al 26 novembre.
Un impegno, quello ribadito da Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Stati Uniti e Giappone, che vuole armonizzarsi con gli obiettivi dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana.
Il G7 Esteri è stato anche un modo per fare il punto sulla presidenza italiana, che si conclude questo mese. I Paesi hanno espresso “favore” per i progressi raggiunti nel 2024 nel colmare i divari digitali e nel rafforzare la catena di valore tra i sette e i Paesi africani. In particolare è stata citata la collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) nel progettare congiuntamente ‘l’Hub dell’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile’, elaborato per “crescere insieme” coniugando l’Ia a settori chiave quali agricoltura, sanità, infrastrutture, istruzione e formazione, acqua ed energia. Un progetto che punta a “un futuro più inclusivo” grazie all’era digitale. Inoltre, è stato sottolineato, ciò avviene “nello spirito del Piano Mattei”, la piattaforma proposta dall’attuale governo italiano per incoraggiare le relazioni tra Roma e il continente a sud del Mediterraneo.
I Paesi del G7 ricordano inoltre il positivo riconoscimento da parte del G20 dell’Iniziativa globale per la salute digitale (Gidh) guidata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e della Rete globale di certificazione sanitaria digitale; si impegnano a rafforzare il Partenariato del G7 per le Infrastrutture e gli Investimenti Globali (Pgii), il Global Gateway dell’Ue, l’iniziativa sui sistemi alimentari ‘Apulia Food Systems Initiative – Afsi’ (un pacchetto di interventi volti a migliorare la sicurezza alimentare e la nutrizione e a sfruttare il ruolo dell’agricoltura e dei sistemi alimentari) nonché l’Acceleratore africano di produzione di vaccini (Avma) di Gavi; annunciano poi il lancio di ‘Energia per la crescita in Africa’, iniziativa volta a superare le barriere agli investimenti nel settore dell’energia.
Il G7 Esteri è stato naturalmente sede per affrontare questioni nazionali più specifiche. La Dichiarazione finale cita ad esempio il Sudan, Paese dove “a un anno e mezzo dall’inizio dei combattimenti, la guerra civile ha avuto un impatto devastante sulla popolazione e sulle infrastrutture vitali”.
L’appello è “alle parti coinvolte”, ossia esercito nazionale e paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf), a “impegnarsi in seri negoziati volti a garantire un cessate il fuoco duraturo, l’accesso umanitario e la protezione dei civili senza precondizioni”. “Agli attori esterni” invece, i Paesi del G7 chiedono di “cessare di alimentare il conflitto, in linea con gli impegni assunti nella Dichiarazione di principi adottata alla Conferenza di Parigi, e di rispettare l’embargo delle Nazioni Unite sulle armi in Darfur”.
Si passa poi alla Libia: ribadendo “sostegno all’Alta commissione elettorale nazionale e al primo turno delle elezioni municipali del 16 novembre” e all’ufficiale incaricato della missione Onu Unsmil, Stephanie Koury, il G7 auspica “un dialogo significativo e inclusivo tra le parti libiche, al fine di invertire la frammentazione istituzionale”. “A tal proposito, il recente accordo sulla nomina dei nuovi vertici della Banca centrale libica rappresenta un’opportunità per rilanciare un processo che porti a un accordo politico globale basato sul compromesso e che apra la strada a elezioni presidenziali e parlamentari libere, eque e inclusive verso la riunificazione del governo e delle istituzioni politiche, economiche e militari nel Paese”.
Altro Paese a cui il G7 Esteri ha dedicato interesse è la Somalia. I sette incoraggiano il governo a “proseguire nel suo percorso di consolidamento del quadro istituzionale federale e a intraprendere un processo di riforma costituzionale”. Al contempo si garantisce appoggio alla nuova Missione di sostegno dell’Unione Africana in Somalia (African Union Support Mission to Somalia, Aussom), affinché fornisca stabilità sia al Paese che alla regione. “Tutti i partner” sono invitati a garantire “sostegno e finanziamenti” alla missione.
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