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In Sardegna la spuntano i ricciai, il divieto di pesca salta dopo tre mesi

Dietrofront Consiglio regionale, da ieri il fermo al prelievo è un ricordo. Rabbia ambientalisti: "Vergogna"

Pubblicato:02-12-2022 19:01
Ultimo aggiornamento:02-12-2022 19:01
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CAGLIARI – Vincono i ricciai sardi, perdono, per gli ambientalisti, i mari dell’isola. Da ieri il fermo triennale al prelievo dei ricci, imposto dalla Regione dopo due leggi votate dal Consiglio a novembre del 2021 e a febbraio del 2022, è infatti un ricordo. Il “regalo” ai pescatori è arrivato grazie a un emendamento targato Psd’Az alla “omnibus 2” – la variazione di bilancio approvata due notti fa sul filo di lana- che autorizza, per un massimo di 90 giornate lavorative, “la raccolta, il trasporto, lo sbarco e la commercializzazione dei ricci e dei derivati freschi a partire dal primo dicembre e fino al 30 aprile prossimo”.
La misura restrittiva era stata pensata per favorire il ripopolamento del riccio- garantendo un periodo di riposo della specie e scongiurando il rischio di estinzione dovuto agli eccessivi prelievi- ma aveva anche messo in ginocchio centinaia di famiglie che vivono dal mare. Anche perché, avevano denunciato i rappresentanti dei pescatori scesi in piazza proprio nel giorno dell’entrata in aula della “omnibus”, gli indennizzi della Regione- 6.000 euro all’anno- “sono una miseria”.

DECISIVA ANCHE LA PROTESTA DEI RICCIAI, UNO SI ERA ARRAMPICATO SU UN CORNICIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE

Gli stessi pescatori avevano bloccato via Roma a Cagliari, protesta che poi si era infuocata, con l’eclatante gesto di uno dei ricciai, che si era arrampicato su un cornicione del Consiglio regionale. “Io devo lavorare- avevo urlato alla folla che nel frattempo si era radunata sotto il Palazzo-. Da tre mesi sono fermo, non ce la faccio più”. L’uomo, visibilmente alterato, aveva camminato su e giù per il cornicione per quasi un’ora- sotto lo sguardo atterrito della moglie e delle figlie- rifiutando più volte il soccorso dei Vigili del fuoco, accorsi nel frattempo con le scale per tentare di recuperarlo. Alla fine era stato riportato a più miti consigli da un altro ricciaio, che lo aveva raggiunto sul cornicione per tranquillizzarlo e farlo ragionare, convincendolo infine a scendere.


GRIG: “ISTITUZIONI SARDE CREDIBILI COME LE MONETE FALSE”

La credibilità delle istituzioni regionali sarde è come quella di una moneta da 3 euro e 33 centesimi- l’attacco di Stefano Deliperi, presidente dell’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico-. Il Consiglio regionale, su pressione dell’ennesima caotica manifestazione dei ricciai, ha approvato la ripresa della pesca dei ricci di mare nonostante la drammatica situazione nei mari isolani. Un’autentica vergogna”. Come è ben noto, prosegue Deliperi, il riccio di mare “è in via di rapida rarefazione, in particolare nei mari sardi a causa del pesante prelievo a fini gastronomici. Tant’è che sempre più ristoratori, giustamente, li escludono dai propri menù. Imperversa, poi, il prelievo abusivo e non si contano i sequestri da parte delle forze dell’ordine e, dalle indagini, emergono anche pericolose forme di associazioni a delinquere e di mercato nero”.

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