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Fortuna (Unicusano): “Bene dato degli occupati, ma ancora troppe differenze di genere”

L'economista e magnifico rettore dell'Unicusano, Fabio Fortuna, in un'intervista commenta i dati Istat sull'occupazione

Pubblicato:02-12-2022 15:08
Ultimo aggiornamento:02-12-2022 15:08
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fabio fortuna
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ROMA – “Sono dati che mostrano un miglioramento. Tutti i dati sono positivi, a partire dal numero degli occupati, che rimane al di sotto della media europea, però è il massimo storico dal 1977. Un dato che naturalmente mostra al suo interno delle differenze di genere, perché gli uomini occupati sono il 69,5%, mentre le donne occupate il 51,4%, quindi c’è sempre un differenziale per quanto riguarda uomini/donne. La parità di genere purtroppo non c’è, nonostante le leggi in vigore”. Così Fabio Fortuna, economista e magnifico rettore dell’Unicusano, intervenuto su Radio Cusano Campus riguardo ai dati Istat sull’occupazione.

“Questo l’ho sottolineato anche ieri, intervenendo all’Abruzzo economy summit- ha aggiunto- Bisogna creare dei meccanismi che garantiscano alle donne equità di trattamento, anche di fronte ad aspetti che le riguardano più strettamente, come ad esempio la maternità. Questo potrebbe contribuire in modo decisivo per quanto riguarda il miglioramento della situazione italiana. Ci sono studi che dicono che il pil potrebbe crescere in modo considerevole se la potenzialità delle donne fosse valorizzata. Allora perché non farlo e ancora ostacolare questi processi?”.

Poi sul Pil italiano, Fortuna ha spiegato: “Il Pil del terzo trimestre in Italia, anziché essere negativo come molti organismi avevano previsto, si è incrementato dello 0,5%. Questo dato è importante. Noi italiani abbiamo dimostrato una capacità di ripresa incredibile dopo la pandemia. Se non fosse scoppiata la guerra, noi in Europa saremmo stati i primi o i secondi come capacità di reazione e come incremento di attività produttiva. E anche nel terzo trimestre abbiamo registrato una ripresa che ci consentirà di chiudere il 2022 con una crescita di Pil del 3,7% secondo l’Ocse: il dato migliore tra le economie più importanti. In questa difficoltà globale- ha concluso- l’Italia non sta facendo male, è importante dirlo”.


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