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Dalla pandemia allo sviluppo: a Codeway si parla della nuova cooperazione internazionale

La prima fiera italiana per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale si svolgerà da remoto fino a venerdì 3 dicembre

Pubblicato:02-12-2021 20:12
Ultimo aggiornamento:02-12-2021 20:12
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ROMA – La centralità che ha assunto durante la pandemia di Covid-19, globale per definizione, e quella che dovrà avere nella fase post. La tenuta della legge 125 del 2014, i suoi aspetti da valorizzare e portare a pieno compimento e quelli da correggere. E poi l’importanza del partenariato con il mondo profit, al quale rivolgersi con la mente sgombra di diffidenze e la voglia di dare massima efficacia ai progetti sul campo. Aspetti e prospettive, queste, che segnano l’attuale situazione della cooperazione internazionale allo sviluppo e che sono stati discussi alla conferenza d’apertura di Codeway – Cooperation Development Expo, appuntamento fieristico di settore al via ieri.

SERENI: “SCELTA RAZIONALE, CONFINI NON FERMANO VIRUS” 

“I confini non fermano il virus, come si sta osservando chiaramente in questo momento, e non fermano i cambiamenti climatici; nemmeno il Paese più ricco e potente del mondo può affrontare queste sfide da solo. La cooperazione è una scelta razionale, perchè ci aiuta a combattere meglio contro queste minacce globali, che sono più profonde e pericolose di quanto immaginiamo”. Così la viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni, intervenendo alla conferenza online di apertura di Codeway – Cooperation Development Expo, appuntamento fieristico del settore della cooperazione allo sviluppo.

“L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un allarme rispetto alla possibilità che l’Europa possa arrivare a perdere due milioni di persone per colpa del Covid-19”, ha detto la ministra in merito alla pandemia. “Una situazione del genere ci spinge e rilanciare il concetto stesso di cooperazione, e a tenere presente che nessuno è sano in un mondo malato”. Codeway, forum che gode del patrocinio del ministero degli Affari esteri e della cooperazione Internazionale, del ministero della Transizione ecologica, dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e di Cassa depositi e prestiti (Cdp), si articola in due diversi momenti: fino a venerdì si svolge da remoto, tramite una piattaforma online; tra il 18 e il 20 maggio 2022 è invece previsto il proseguimento in presenza presso i padiglioni della Fiera di Roma.

SERENI: “NELLA MANOVRA CI SONO NOVITÀ POSITIVE

Un aumento “graduale” delle risorse a disposizione a partire dal 2022 fino al 2026 e oltre, e una modifica all’articolo 127 della legge 125 del 2014 che permette di attingere ai fondi di Cassa depositi e prestiti (Cdp) anche senza ricorrere alla forma dell’impresa mista. Sono due delle “novità” previste nella legge di bilancio al momento in discussione in Parlamento per la cooperazione internazionale allo sviluppo, stando a quanto riferito dalla viceministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Marina Sereni.

Sereni ha detto che nella manovra “è previsto un modesto ma graduale aumento” di risorse e “una semplificazione che permetterà di rafforzare la presenza del profit, grazie ai fondi di Cdp”. Approfondendo il tema della partecipazione delle imprese private alla comparto della cooperazione internazionale allo sviluppo Sereni ha affermato che “le prime diffidenze rispetto a questo aspetto che accompagnarono l’approvazione della legge 125 sono state superate, anche se restano delle differenze nelle condizioni di lavoro con il settore non profit e del terzo settore”. Per Sereni, far si che questi mondi dialoghino in modo efficace apre la porta a “un rafforzamento del sistema Paese” e aiuta a “intervenire in modo più solido nei Paesi terzi”.


ROCCA (CROCE ROSSA): “ASCOLTARE DI PIÙ ATTORI LOCALI

Cambiare paradigma puntando di più sull’ascolto degli attori locali, che non sono “partner per l’implementazione” ma elementi centrali che conoscono meglio di chiunque altro le loro comunità, come dimostrato anche dalla pandemia di Covid-19, “durante la quale questi hanno condotto spesso da soli la risposta alla crisi, a fronte dell’impossibilità dei cooperanti di raggiungere le aree interessate”. La proposta è di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Nel corso del suo intervento Rocca ha evidenziato la necessità di cambiare approccio anche per quanto riguarda la crisi migratoria. “In realtà – ha affermato il presidente – è solo la conseguenza di altre crisi a monte e della inadeguatezza della comunità internazionale nel gestirle, come si sta osservando in questo momento al confine tra Polonia e Bielorussia, dove una crisi sociale che coinvolgeva poche centinaia di persone è diventata un’emergenza a causa della debolezza e dell’incapacità di prendersi a cuore i destini dei migranti”. Anche lo scenario afghano si prefigura come complesso, secondo Rocca. “Bisogna fare in modo che le sanzioni non inficino mai la capacità di sostenere i bisogni della popolazione”, ha affermato il presidente in relazione all’approccio della comunità internazionale alla situazione nel Paese asiatico.

Non da ultimo, ha detto il presidente, “anche i cambiamenti climatici necessitano di un passo in avanti, soprattutto per quanto riguarda i meccanismi di anticipazione dei fenomeni estremi nei Paesi vulnerabili, che non sono stati finanziati adeguatamente”. A fronte di tante criticità, Rocca ha osservato comunque “un ritorno dell’Italia nello scenario del multilateralismo” e ha ringraziato per questo “la Direzione Generale per la cooperazione allo sviluppo della Farnesina e il suo direttore, Giorgio Marrapodi”.

SCHLEIN (EMILIA-R.): “VALORIZZARE GLI ENTI LOCALI

“Il giudizio sul nuovo documento triennale 2022-2024 per la programmazione e l’indirizzo della cooperazione internazionale allo sviluppo è positivo, anche se secondo noi era necessario evidenziare ancora di più la centralità degli enti territoriali, preferendo a un approccio per progetti uno centrato sui settori e le esperienze che potesse valorizzare di più le buone pratiche territoriali in atto”. Così la vicepresidente della regione Emilia Romagna, Elly Schlein, intervendo alla conferenza di apertura di Codeway

Schlein, che è anche coordinatrice vicaria della commissione Affari europei e internazionali della Conferenza delle Regioni, ha affermato che una delle chiave di volta per il settore della cooperazione internazionale allo sviluppo è che “si superi la logica competitiva tra enti locali e ong” tenendo sempre in conto che “questo è un comparto dove sono la collaborazione e la coprogettazione a fare la differenza”. La vicepresidente ha inoltre affermato che “è necessario lavorare meglio sul versante della migrazione, unico punto debole della nostra cooperazione evidenziato dalla peer review annuale Ocse-Dac”. Schlein ha inoltre reso noto che “nonostante le difficoltà del periodo, la Regione Emilia Romagna sta aumentando i finanziamenti per la cooperazione internazionale allo sviluppo”.

MAESTRIPIERI (AICS): “COINVOLGIAMO SEMPRE PIÙ PROFIT

Tre bandi di cofinanziamento per 45 iniziative imprenditoriali con un contributo dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) da 4,3 milioni di euro, a fronte di un valore per i progetti da 9,4 milioni, soprattutto in Paesi prioritari in Africa e nei settori dell’agricoltura, il ciclo dei rifiuti e del turismo responsabile”. Numeri e coordinate del coinvolgimento del settore privato nei progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo presentati da Luca Maestripieri, direttore di Aics. in occasione di Codeway-Cooperation Development Expo, patrocinata tra gli altri anche da Aics.

Maestripieri ha affermato che “la legge 125 del 2014 riconosce l’importanza del mondo profit e lo statuto dell’Agenzia è ancora più esplicito per quanto riguarda l’affidare progetti di cooperazione a imprese private”. La maggioranza dei privati coinvolti, ha affermato il direttore, “sono imprese medie e piccole, anche se non mancano le grandi, comprese le spa”. Tra le storie di successo c’è quella di “Irritec, azienda a cui abbiamo assegnato un progetto per l’irrigazione in Senegal che poco dopo è stata insignita insieme ad altri nove soggetti internazionali del titolo di ‘Sdgs pioneer’ nel corso del Leader summit del Global compact delle Nazioni Unite a New York”, ha ricordato il direttore di Aics.

La partecipazione del profit al settore della cooperazione internazionale allo sviluppo, ha osservato Maestripieri, “è limitato al momento da alcuni agenti esogeni, come il doveroso rispetto del ‘de minimis’ previsto dalla normativa europea in fatto di aiuti di Stato alle imprese”. Per questo Aics, ha reso noto Maestripieri, “lavora da tempo negli organismi preposti per proporre alla Commissione europea la questione dell’esenzione dell’applicazione di queste regole per le imprese che eseguono iniziative o programmi di cooperazione”. 

La strategia della cooperazione internazionale allo sviluppo italiana è stata quella di “concentrare gli sforzi, focalizzandosi su grandi emergenze con la consapevolezza che non si può essere dappertutto, né a livello finanziario né di risorse umane”, in modo da poter “entrare nel gruppo ristretto dei maggiori donatori e poter contare e influire nelle policy, portando i nostri valori e le nostre priorità nella grandi stanze del multilateralismo”. A dirlo è il direttore generale della cooperazione allo sviluppo della Farnesina, Giorgio Marrapodi, intervendo alla conferenza inaugurale di Codeway. La manifestazione è patrocinata dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dal ministero della Transizione energetica, dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e da Cassa depositi e prestiti (Cdp).

Marrapodi, prossimo a lasciare l’incarico di direttore per diventare ambasciatore italiano in Turchia, ha ricordato alcuni dei numeri della pandemia di Covid-19 e delle sue conseguenze – dagli “oltre cinque milioni di morti e i più di 250 milioni di contagiati” fino “ai 120 milioni di nuovi poveri e i milioni di bambini e bambine che sono potuti andare a scuola” – e ha affermato che “l’unica strada possibile per uscire da questa crisi è quella del multilateralismo”. Un aspetto, questo, rilanciato con forza nell’anno del G20 a presidenza italiana, ha sottolineato il direttore generale, “che anche grazie al nostro contributo ha messo al centro la sicurezza alimentare e ha prodotto un documento importante sul tema come la dichiarazione di Matera”.

STILLI (AOI): “LA COPROGRAMMAZIONE È FONDAMENTALE

Per quanto riguarda la cooperazione internazionale allo sviluppo “è giunto il momento di promuovere la coprogrammazione e la coprogettazione, come stabilisce chiaramente una delibera della Corte costituzionale. Del resto un esempio in questo senso già ce lo abbiamo: il tavolo sull’Afghanistan istituito in Farnesina”. Così la portavoce dell’Associazione delle ong italianae (Aoi), Silvia Stilli, intervenuta alla conferenza di apertura della manifestazione Codeway – Cooperation Development Expo. Rispetto al momento di confronto tra istituzioni, ong e ed enti locali istituito dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale alcune settimane dopo il precipitare della crisi afghana, Stilli ha detto che quest’esperienza “va nella direzione giusta: quella di prendere in considerazione le istanze delle realtà che sono maggiormente ingaggiate dalla iniziative prese in sede multilaterale al momento di adottarle”. La portavoce di Aoi ha anche esortato il parlamento a “considerare uno stanziamento di fondi per le emergenze climatiche in relazione alla cooperazione internazionale allo sviluppo, così come fatto con altre istituzioni”. 

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