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‘Renatino lavora 365 giorni l’anno’, è bufera sullo spot del Parmigiano Reggiano. Fresi: “È finzione”

A scagliarsi contro la pubblicità, tratta dal mediometraggio Gli Amigos, diretto da Paolo Genovese, anche Christian Raimo, scrittore e assessore alla cultura del Municipio 3 di Roma. L'azienda: "Cambieremo lo spot"

Pubblicato:02-12-2021 19:07
Ultimo aggiornamento:02-12-2021 20:09

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di Mattia Caiulo e Maria Rita Graziani

ROMA – È polemica sul nuovo spot del parmigiano reggiano, nel quale un operaio (Renatino) confessa di lavorare 365 giorni l’anno e di essere lo stesso felice. A puntare il dito contro il video anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana che su Facebook scrive: “Francamente non capisco: il consorzio Parmigiano Reggiano investe 8 milioni di euro in comunicazione per rilanciare il prodotto nel mondo. E si inventano uno spot simile con un operaio Renatino che lavora 365 giorni l’anno, che non ha mai visto il mare, la neve, o Parigi. Ed è felice. Ma davvero?”.

Fuori “dagli spot patinati- prosegue il leader di SI- i tanti Renatino d’Italia direbbero che sono stressati, che stanno invecchiando nelle aziende senza manco godersi gli affetti. Che hanno messo al mondo i figli per farseli crescere dai nonni. Che così non è vita e che spesso non hanno nemmeno soldi a sufficienza per togliersi qualche sfizio”. Dunque, raccomanda Fratoianni, “proviamo a raccontare come vive davvero chi lavora, altrimenti ci facciamo del male. Caro Parmigiano Reggiano sei buono ma cambia registro”. E alla fine il Consorzio Parmigiano Reggiano cede e annuncia modifiche agli spot.


https://www.youtube.com/watch?v=PeUHImm4itA&feature=emb_title

A scagliarsi su Facebook contro la pubblicità, tratta dal mediometraggio Gli Amigos, diretto da Paolo Genovese, anche Christian Raimo, scrittore e assessore alla cultura del Municipio 3 di Roma: “Dopo aver visto questa pubblicità a me viene solo voglia di gorgonzola e luddismo”, scrive.

LA REPLICA DI FRESI

Nello spot compare anche il noto attore Stefano Fresi, che ha replicato ai tanti messaggi di sdegno arrivati dal web con un video messaggio pubblicato su Instagram. “È un’opera di finzione, serve a magnificare il prodotto. È il senso della pubblicità- spiega- Non è un documentario sullo sfruttamento dei lavoratori, in cui si fa vedere che i lavoratori del parmigiano stanno così”. E a chi lo accusa dicendo che ‘chi fa pubblicità o è senza soldi o è senza vergogna’ risponde elencando il nome di grandi interpreti del passato e del presente protagonisti di spot pubblicitari (come Ferruccio Amendola, Gigi Proietti e George Clooney), “personaggi molto più illustri di me e di chi ha scritto questa frase infelice”.

IL CONSORZIO PARMIGIANO REGGIANO FA MARCIA INDIETRO

Marcia indietro del Consorzio del Parmigiano reggiano sul nuovo spot del “re dei formaggi” con il casaro che lavora 365 giorni l’anno ed è felice. Dopo le critiche piovute in rete sull’immagine “patinata” data del lavoratore, contestata anche da Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, il Consorzio annuncia infatti la decisione di “modificare lievemente la pianificazione della campagna, potendo intervenire sul quarto spot apportando alcune modifiche che accoglieranno quanto emerso”.

Il direttore comunicazione, marketing e sviluppo commerciale Carlo Mangini sottolinea infatti: “Il nostro prodotto è inclusivo, gestiamo un patrimonio reputazionale che è merito di coloro che lo producono da quasi mille anni e ne sentiamo l’enorme responsabilità”. Per “questa ragione ci dispiace se la volontà di sottolineare la passione dei nostri casari è stata letta con un messaggio differente, che non abbiamo avuto la sensibilità di rilevare e che, grazie al dibattito accesosi in rete, raccogliamo con grande rispetto”.

Quella messa in video, tuttavia era “una licenza narrativa per raccontare al consumatore che il Parmigiano Reggiano si produce, con grande passione ogni giorno”. Così, conclude Mangini, “ogni giorno, 365 giorni l’anno, trasformiamo il nostro latte nel più apprezzato formaggio del mondo e lo continueremo a fare con sempre maggiore sensibilità nei confronti di coloro che lo consumano nel mondo”.

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