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Covid Napoli, 29 positivi nel campo rom: screening di massa per 330 persone

Da questa mattina il personale del distretto sanitario di base di Scampia e due unità Usca hanno iniziato l'attività

Pubblicato:02-12-2020 16:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:41

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NAPOLI –  Screening disposto dall’Asl Napoli 1 Centro nel campo rom della Circumvallazione esterna. Da questa mattina il personale del distretto sanitario di base di Scampia, diretto da Beniamino Picciano, e due unità Usca hanno iniziato l’attività. Saranno sottoposte a tampone 330 persone residenti nel campo nomadi dell’area Nord. L’obiettivo è di completare lo screening entro la giornata di oggi per garantire che i tamponi vengano processati immediatamente. Lo screening è stato disposto dopo la positività al Covid-19 riscontrata su due persone di etnia rom, residenti nel campo della Circumvallazione esterna, che erano state ricoverate all’ospedale Cardarelli di Napoli. Quando è emersa la positività, l’Asl ha disposto l’esecuzione dei primi tamponi nel campo rom seguendo il contact tracing, successivamente allargato ad altri residenti nel campo nomadi. Da questo primo screening è emerso che, su 65 tamponi eseguiti tra il 25 e il 30 novembre, sono risultate positive 29 persone, con una percentuale tamponi-positivi del 44,61%. Ieri pomeriggio, per far fronte a questa situazione, si è svolta una riunione che ha coinvolto Asl, prefettura, Comune e questura di Napoli, agli esiti della quale l’unità di crisi regionale della Campania ha pianificato lo screening di tutti i residenti nel campo rom, circa 330 persone, per verificare il contagio e contenere la diffusione del virus.

“Tutte le attività – spiegano dall’Asl all’agenzia Dire – si sono svolte in un clima di grande collaborazione sia istituzionale che tra gli operatori sanitari e la popolazione del campo rom. L’obiettivo è completare lo screening entro questo pomeriggio ed iniziare immediatamente la processazione in laboratorio. In questo modo, già dalla mattinata di domani, si potranno analizzare gli esiti ed applicare le consequenziali attività secondo gli scenari che abbiamo già immaginato. È importante che, nel caso di un confinamento numeroso, l’Asl provvederà ad un presidio sanitario di supporto alla popolazione del campo rom, mentre l’assistenza sociale ed alimentare è di competenza comunale”.


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