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Sul Mes il M5S mette in crisi il Governo, ora è caccia ai voti dei ‘responsabili’

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:02-12-2020 16:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:41

Enzo Amendola
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ROMA – Tra le forze di maggioranza si litiga sulla nuova stretta in vista delle festività di natale e Capodanno, ed anche sul Mes, il cosiddetto salva stati con i 37 miliardi per la nostra sanità. Il prossimo 9 dicembre andrà votata una risoluzione in Parlamento e il M5S ha già dichiarato il suo No.

Nelle prossime ore il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, firmerà il nuovo decreto con le misure di sicurezza anti covid in vista delle prossime festività di Natale e Capodanno. Oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto in Parlamento per spiegare che non si può ancora abbassare la guardia, che bisogna fare molta attenzione perché il virus circola veloce. Quindi sarà linea dura: spostamenti tra le regioni vietati dal 21 dicembre ma soprattutto nelle giornate del 25, 26 e 31 dicembre nessuno potrà uscire dal proprio comune di residenza, nemmeno per raggiungere la propria seconda abitazione. Si sta ancora dibattendo sulla possibilità di una deroga per raggiungere genitori anziani e nonni altrimenti destinati a rimanere soli ma, se ci sarà, riguarderà pochissimi.

Altro tema ‘caldo’ il Mes. Nella maggioranza di Governo c’è forte preoccupazione perché soprattutto in Senato non ci sono i voti. Infatti 17 senatori e 52 deputati del M5S hanno preso posizione ufficiale e in una lettera dicono che non voteranno nessuna risoluzione. Non solo, anche Silvio Berlusconi, che in un primo momento si era detto favorevole dopo l’avvertimento di Matteo Salvini (“chi vota il Mes non è più nostro alleato”) ha fatto dietro front ed è tornato all’ovile. A questo punto tutti gli occhi sono puntati sul ministro Enzo Amendola, con delega agli Affari europei, che dovrà sbrogliare la matassa mettendo giù un testo di risoluzione da votare magari per parti separate. Basterà? Nel Pd, partito che si batte da sempre per l’approvazione, è allarme rosso. Crescono i mugugni all’indirizzo del premier Conte che non prende posizione e sposta la palla sempre in là. Ma anche tra i Dem, a proposito del Mes, ci sono posizioni critiche: “Ne abbiamo fatto una bandiera politica- spiega un parlamentare di rango- poi il nostro ministro Gualtieri ci ha detto che lo Stato avrebbe risparmiato solo 300milioni di euro l’anno di interessi… facendo capire, insomma, che potevamo non attivarlo e all’occorrenza rivolgerci al normale mercato finanziario. Ora ci siamo infilati in questo tunnel e per ora non si vede l’uscita”. Ma qualcuno sta già correndo ai ripari ed è partita la caccia ai cosiddetti ‘responsabili’, i parlamentari che pur di continuare a mantenere il posto sono sempre pronti a votare a favore del Governo nell’interesse del Paese. E se alla fine in molti saranno costretti a far marcia indietro e trovare una scusa per il loro sì, potranno giustificarsi ricorrendo al nostro amico Stanislaw Jerzy Lec: “Si può seguire coerentemente uno scopo per tutta una vita… se quello si sposta di continuo”.


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