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Covid, Cattaneo: “Senza la sperimentazione sugli animali non avremmo il vaccino”

L'appello al ministro Speranza: "Far prevalere l'interesse dei cittadini su logiche identitarie e di partito"

Pubblicato:02-12-2020 11:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:41

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ROMA – “Chi si oppone alla sperimentazione animale deve essere consapevole che la sua posizione condannerebbe il mondo a soccombere davanti al virus”, per cui “chiedo a tutti un atto di onestà intellettuale”. Elena Cattaneo, senatore a vita, lo dice nell’Aula del Senato nel corso della discussione generale seguita alle comunicazioni del ministro della Salute Roberto Speranza sul piano vaccini e sulla situazione nella pandemia da CoviD-19.

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“Sono molti i candidati vaccini attualmente in studio”, spiega Cattaneo, “157, di cui 88 nella fase preclinica, 40 nella fase clinica ‘uno’, 17 nella fase clinica ‘due’, 13 nella fase clinica ‘tre’ la più avanzata”, ma “nemmeno uno di questi avrebbe potuto procedere o procederà senza la sperimentazione animale”, insomma, “senza sperimentazione animale non avremo mai un vaccino o una cura che permetta di sconfiggere il Sars-Cov2”.


Il ministro Speranza “ha giustamente definito il vaccino un bene comune”, prosegue Cattaneo, per cui “mi rivolgo a lei perché sin dalle prossime settimane”, in un “soprassalto di orgoglio” sappia “far prevalere sulle logiche identitarie e di partito l’interesse dei cittadini per consentire le condizioni a una libera ricerca biomedica“.

In tutto ciò, “l’ignoranza dei fatti è un alibi pericoloso che condanna chi se ne alimenta a una percezione distorta della realtà”, avverte Cattaneo, ma “chi si oppone alla sperimentazione animale deve essere consapevole che se la sua posizione fosse avallata dalle istituzioni si condannerebbe il mondo a soccombere di fronte al virus”.

“Vorrei ripercorrere brevemente, a titolo di esempio, l’apporto della sperimentazione animale negli studi per ottenere il vaccino dell’americana Moderna, vaccino di cui, come ha appena dichiarato il ministro, l’Italia ha opzionato 10 milioni di dosi“, dice Elena Cattaneo, senatore a vita, nell’Aula del Senato.

Ebbene, “Moderna studia il suo candidato vaccino chiamato mRNA-1273 in topi e quello che studia nei topi lo fa grazie ai vent’anni pregressi di ricerca su topi, furetti e conigli– prosegue Cattaneo- Arriva a ottobre, quindi due mesi fa, la sua pubblicazione sul ‘New England Journal of Medicine’ dal titolo autoesplicativo ‘Valutazione del vaccino mRNA-1273 in primati non umani’, quindi nei macachi. Sono dodici i macachi impiegati per ogni sesso tra i tre e i sei anni. Sono selvatici, hanno maggiore similarità all’uomo per gli aspetti di replicazione del virus nelle vie aeree e per gli aspetti dell’immunologia mediata da cellule T e B che i roditori non hanno”. Gli scienziati di Moderna “sottolineano che l’impiego dei macachi permette di studiare la scalabilità del vaccino, quindi di studiare quali dosi di vaccino siano clinicamente rilevanti- avverte la scienziata- I primati non umani, scrivono nello studio, sono un modello importante per studiare la protezione da vaccino”.

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Insomma, la sperimentazione animale, “il 97% della quale è condotta su topi e ratti”, e portata avanti dai “nostri studiosi, giovani e meno giovani”, ha portato a “vaccini e cure che arriveranno”, conclude Cattaneo, chiedendo a Speranza di agire “fin dalle prossime settimane” per riconoscerne e tutelarne “la funzione ricoperta, in un momento storico così difficile per la salute di tutti noi”, impegno “a cui lei è chiamato per funzione istituzionale ad essere il primo responsabile”.

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