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Nel M5S più forte la fronda anti Di Maio, nel Pd si spera nel cambio

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per DireOggi | Edizione del 2 dicembre 2019

Pubblicato:02-12-2019 16:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:41

luigi di maio
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ROMA – Un clima infuocato, con la maggioranza attraversata da tensioni ad alto rischio di crisi di Governo. Oggi alla Camera il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha replicato al leader della Lega, Matteo Salvini – che lo ha accusato di aver tradito il Paese – dandogli dell’eversore: «Se queste accuse non avessero fondamento e anzi fosse dimostrato che chi le ha mosse era ben consapevole della loro falsità, avremmo la prova che chi ora è all’opposizione e si è candidato a governare il Paese con pieni poteri, sta dando prova, e purtroppo non sarebbe la prima volta, di scarsa cultura delle regole e della più assoluta mancanza di rispetto delle istituzioni».

Dall’altra, lo scontro sempre più furibondo tra il Capo politico del M5S, Luigi Di Maio, e il Pd di Nicola Zingaretti. «Di Maio si sta giocando tutto – dicono dentro al Movimento- attaccando il Pd sta cercando di riaffermare la sua leadership. Ma sta scontentando sempre più persone, soprattutto a livello dei gruppi parlamentari, che di andare a votare proprio non ci pensano».

Dentro al Pd, dopo il faccia a faccia con Beppe Grillo si sperava in un diverso atteggiamento da parte di Di Maio. Non è stato così, anzi, ogni giorno apre un nuovo fronte di conflitto con l’alleato di Governo. Oggi è sceso in campo Giorgio Trizzino, lunga esperienza politica e molto ascoltato tra i parlamentari del M5S: «Alleanza giallo-rossa senza alternative», ha detto, chiedendo a Di Maio di scongiurare il pericolo di una rottura.


Nel Movimento Trizzino è vissuto come la punta visibile del gran malcontento che cova nei confronti di Di Maio. I gruppi parlamentari vogliono contare, vogliono confrontarsi e decidere sulla linea politica da seguire. Nel Pd ha parlato Goffredo Bettini, vicino al segretario Dem, a suo tempo il primo a spingere per l’accordo che ora si è detto «stufo di questo andazzo. Si cambi musica o si chiude», ha sentenziato.

Non solo, da segnalare anche la presa di posizione di Luigi Castagnetti, padre nobile del Pd, molto vicino al presidente della Repubblica, che in un post si lamenta per l’atteggiamento del M5S chiudendo con una domanda: «Caliamo il sipario?».

Crisi vicina? A sentire diversi collaboratori di varie forze politiche e di esponenti di Governo («C’è un’aria veramente pesante, una situazione di incertezza incredibile», dicono), il rischio è concreto e in molti si stanno già dando da fare per trovare altre collaborazioni.

LEGGI DIREOGGI | EDIZIONE DEL 2 DICEMBRE 2019

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