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Con una forchetta hanno svaligiato bancomat per milioni di euro in tutta Italia. Presa banda italo-rumena

BOLOGNA - Sono arrivati a svuotare gli sportelli bancomat, prelevando fino a 100.000 euro in una notte senza

Pubblicato:02-12-2015 17:33
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:39

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BOLOGNA – Sono arrivati a svuotare gli sportelli bancomat, prelevando fino a 100.000 euro in una notte senza far scattare nessun allarme, usando una semplice trappola per i soldi fatta con rivetti da carpentiere e una lamella ripiegata, una sorta di forchetta (guarda il video degli arresti). Una frode che ha fruttato a una banda italo-rumena qualche milione di euro in tutta Italia, stoppata dopo un’anno e mezzo di indagini dalla Polizia postale di Bologna in collaborazione con i nuclei delle regioni vicine (a partire dalla Toscana) e con la Polizia rumena.

L’operazione ‘Scacco al cash’ ha portato all’arresto di nove persone tra Bologna, Forlì, Prato, Roma e Taranto: tutti rumeni (tre i mandati di cattura internazionale), tranne un italiano originario della Toscana ma catturato sotto le Due Torri. L’inchiesta, coordinata dalla pm Antonella Scandellari della Procura di Bologna, vede indagate nel complesso 56 persone con l’accusa tra l’altro di truffa e frode informatica. E ancora questa mattina erano in corso una ventina di perquisizioni a carico di alcuni componenti dell’associazione criminale, i cui vertici sono in Romania.

L’inchiesta è partita da un esposto di Unicredit e Bper, allarmate per “inspiegabili e consistenti ammanchi” dai loro bancomat (colpite anche Poste e Monte dei Paschi di Siena). All’inizio, spiega la Polizia postale, le banche non avevano capito la truffa, pensando più che altro a un malfunzionamento degli sportelli. A lungo andare, però, si sono attrezzate con sistemi di alert che segnalavano ogni operazione sospetta e che, in qualche caso, hanno permesso anche di arrestare in flagranza i criminali. Per le indagini sono state incrociate le videoriprese delle telecamere di sorveglianza, i dati delle carte elettroniche, intercettazioni telefoniche e anche geolocalizzazioni.


La banda era divisa in due gruppi: una, di base a Ferrara, che operava a est tra Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia; una di base in Toscana, attiva anche nel Lazio. In Italia sono presenti circa 9.500 sportelli bancari automatici e quello preso di mira dalla banda era uno dei modelli più diffusi. Il bancomat viene costruito da un’azienda in Romania e questo, secondo la Polizia postale, può far pensare a una talpa che abbia reso noti i punti vulnerabili del sistema. I rumeni arrestati erano ricercati anche in patria ed erano in Italia con documenti falsi. Alcuni, scarcerati nel corso delle indagini, avevano subito ripreso a truffare i bancomat e sono finiti di nuovo in manette. La banda pare fosse pronta anche a spostare la propria attività negli Stati Uniti.

La truffa, spiega oggi in conferenza stampa il dirigente della Postale di Bologna, Geo Ceccaroli (guarda il video), è un’evoluzione della classica frode ai bancomat, con cui venivano catturati i soldi ai danni del cliente. La nuova tecnica consisteva in questo: veniva attivata una carta, del tutto regolare, su cui venivano caricati dei soldi. Veniva poi fatto un prelievo minimo, di 20 euro, che consentiva di far aprire l’otturatore del bancomat: in quel momento veniva inserita la ‘forchetta’, lasciando richiudere lo sportello. Subito dopo veniva fatta una seconda operazione, questa volta per l’importo massimo di 600 euro, tenendo però bloccata la carta con i rivetti. In questo modo, l’operazione falliva e i soldi preparati per il pagamento venivano spostati in uno scomparto interno al bancomat per il recupero delle banconote. Questo passaggio veniva però intercettato dalla ‘forchetta’ che agganciava i soldi, permettendo così di estrarli dallo sportello senza che l’operazione fosse computata. Veniva poi estratta la carta e la truffa ricominciava.

di Andrea Sangermano, giornalista professionista

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