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La nave Libra torna operativa: da lunedì “a caccia” di migranti da portare in Albania

La nave della Marina Militare dalla prossima settimana presidierà la costa a 20 miglia da Lampedusa per accogliere profughi in arrivo dal Mediterraneo

Pubblicato:02-11-2024 08:28
Ultimo aggiornamento:02-11-2024 19:20
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di Cristina Rossi e Alessandra Fabbretti

ROMA – Non è andata bene “la prima”, andrà meglio con la seconda. Il governo va avanti sui centri migranti in Albania, decisa a renderli operativi. Dopo l’aggiornamento della lista dei “Paesi sicuri”, con il decreto legge che ha l’obiettivo di alzare il provvedimento nella gerarchia delle norme e superare i diktat della Corte europea, da lunedì la nave della Marina Militare Libra tornerà a presidiare le acque a 20 miglia da Lampedusa e ad accogliere i profughi soccorsi nel Mediterraneo. Fonti qualificate confermano all’agenzia Dire che “è in partenza nei prossimi giorni”, già da lunedì, la nave ‘Libra’ della Marina Militare, diretta verso il Mediterraneo centrale, più precisamente a venti miglia dalle coste di Lampedusa. Il pattugliatore classe Cassiopea potrebbe diventare operativo già lunedì o martedì, a seconda degli scali intermedi tecnici che si renderanno necessari. Obiettivo della missione, intercettare persone migranti sui barchini in mare da portare nell’hotspot di Shengjin, e poi nel centro di trattenimento di Gjader, nel nord dell’Albania.

Insomma, a due settimane dal ‘famoso’ arrivo dei primi 15 richiedenti asilo nell’hub “made in Italy” in territorio albanese e dal loro repentino dietrofront, per il freno tirato dal Tribunale di Roma, non ci si arrende. Si vuole riprovare a far funzionare la macchina inceppata appena partita, dopo aver provato ad oliare il motore giuridico.


Obiettivo quindi è quella di non fermare le macchine, malgrado la decisione del tribunale di Roma che, rifacendosi alle direttive della Corte di giustizia Ue, ha stabilito che la “procedura accelerata di frontiera” per il rimpatrio non si può applicare ai migranti provenienti da Paesi considerati sicuri soltanto dall’Italia e non, appunto, da norme europee. Non solo: il 29 ottobre scorso ci si è messo di mezzo pure il Tribunale di Bologna che ha rinviato alla Corte di Giustizia europea il decreto del Governo sui Paesi sicuri.  
La decisione di far tornare al suo posto la Libra avviene infine dopo il duro scontro tra Roma e la magistratura e le ultime accese polemiche politiche sui costi dell’operazione. E sui media non mancano polemiche sia da parte di esponenti politici che di organismi della società civile, a partire dai costi elevati dell’operazione.

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