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Nuova vita al Refettorio grande del museo di San Marco, a Firenze. È quanto annuncia la direzione regionale dei musei della Toscana dopo aver ricevuto un’ingente donazione privata per il restauro della sala e dell’affresco con la Provvidenza dei domenicani, sormontata dalla crocifissione, realizzato da Giovanni Antonio Sogliani. Per lo spazio, quindi, è previsto il rinnovamento degli allestimenti (rimuovendo i vecchi pannelli alle pareti), della disposizione delle opere d’arte, dell’illuminazione e del sistema informativo al pubblico.
Il Refettorio grande, così, “al termine dei lavori di restauro architettonico e riallestimento, ritornerà completamente visibile e perfettamente fruibile dai visitatori”, si spiega. Il delicato intervento, che durerà circa un anno e che è iniziato con la rimozione delle opere presenti nella sala, è reso possibile grazie alla generosità di Michael Scherb, fondatore e Ceo di Appian Capital Advisory, attraverso “una donazione che è alla base di un partenariato pubblico-privato di successo volto a valorizzare il patrimonio culturale italiano”.
“Grazie alla generosa sensibilità e all’autentico entusiasmo di Michael Scherb possiamo proseguire nel piano di rinnovo e di rilancio del museo”, afferma Stefano Casciu, direttore regionale dei musei della Toscana. “L’obiettivo- aggiunge Scherb- è quello di sostenere un’istituzione culturale all’anno. E sono lieto di annunciare che il museo di San Marco è la mia scelta per il 2023”. Firenze “è una città che ha dato così tanto al mondo e ho intravisto subito una grande opportunità per sostenere una delle sue più grandi gemme nascoste”.
Il Refettorio grande di San Marco era lo spazio usato quotidianamente dai frati del convento, mentre il Refettorio piccolo era utilizzato per gli ospiti. Coperto da volte ribassate, fu riallestito nel 1983 ed oggi ospita venti dipinti della Scuola di San Marco. La sala è dominata dall’affresco di Giovanni Antonio Sogliani (firmato e datato 1536), con la Provvidenza dei domenicani, sormontata dalla Crocifissione. Questo soggetto è una variante del tema del pasto (di solito nei refettori veniva raffigurata l’Ultima cena), tipica dei cenobi domenicani: i frati, rimasti senza viveri dopo la morte del fondatore, vengono miracolosamente serviti da angeli. Una scena analoga si trova anche in una lunetta del Chiostro Grande di Santa Maria Novella. Sono collocate in questa sala altre opere del Sogliani, come una Madonna della Cintola, una Madonna con Tobiolo, angelo e sant’Agostino e le tavole con San Francesco e Santa Elisabetta d’Ungheria. Un’altra Madonna della Cintola è opera di Ridolfo del Ghirlandaio. Altri dipinti cinquecenteschi appartengono alla cosiddetta Scuola di San Marco, influenzata dall’opera di Fra Bartolomeo. Tra questi le opere di Fra Paolino da Pistoia, come la Natività con sant’Agnese e il Cristo deposto, probabilmente iniziato dal suo maestro e lasciato interrotto dopo la morte (1517). Il Compianto sul Cristo morto è un dipinto della monaca Plautilla Nelli, raro esempio di pittrice che ricevette a Firenze commissioni anche importanti. Di autori anonimi sono i Santi Francesco e Chiara in adorazione dell’ostia e i due Angeli, forse provenienti da un organo portatile.
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