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Bolsonaro dopo le elezioni perse: “Rispetto la Costituzione, le proteste sono benvenute”

Il capo dello Stato uscente, nelle sue prime dichiarazioni dopo la sconfitta al secondo turno delle presidenziali contro Lula, ringrazia chi lo ha votato e respinge le accuse di chi gli ha dato dell'antidemocratico

Pubblicato:02-11-2022 19:44
Ultimo aggiornamento:02-11-2022 19:45
Autore:

Bolsonaro
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Di Joao Marcelo

SAN PAOLO DEL BRASILE – È dalla notte di domenica scorsa, quando è stata confermata la vittoria al secondo turno delle presidenziali del già due volte capo di Stato Inácio Lula da Silva, candidato del Partidos dos Trabalhadores (Pt), che si attendevano le dichiarazioni del presidente in carica, sconfitto dal voto, Jair Bolsonaro. Alcuni analisi si aspettavano che riconoscesse la vittoria dell’avversario e la legittimità del voto. Bolsonaro però ha mantenuto il silenzio per ben due giorni. Un comportamento, questo, che è stato interpretato dai suoi sostenitori come un rifiuto a riconoscere la legittimità dei risultati delle urne.

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Dopo la conferma della vittoria di Lula gruppi di autotrasportatori sostenitori del presidente e altri suoi supporter hanno cominciato a erigere barricate per bloccare le strade. Fino alla tarda notte di lunedì, stando a quanto riportato dalla Polícia Rodoviária Federal (Prf), blocchi parziali si registravano in 25 Stati, compresa la capitale Brasilia. Le uniche aree dove non si sono verificate manifestazioni sono state l’Alagoas e l’Amapá, Stati situati entrambi nel nord-est del Paese, la zona più povera del Brasile e tradizionale roccaforte del Pt. Nella notte di lunedì il sindacato degli autotrasportatori della Confederação Nacional dos Trabalhadores em Transportes e Logística (Cnttl) ha espresso il suo rifiuto delle proteste in corso, definendole “anti-democratiche”. “Siamo testimoni di un’azione anti-democratica di non accettazione del risultato delle urne da parte di alcuni elementi che non rappresentano la categoria dei camionisti autonomi. Crediamo che sia importante rispettare quanto il popolo ha deciso al seggio: la vittoria di Lula”, si legge in una nota, firmata dal direttore del Cnttl, Carlos Alberto Litti Dahmer.

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I manifestanti chiedevano un intervento dell’esercito per via della presunta irregolarità del voto.
Il giudice del Supremo Tribunal Federal (Stf), Alexandre de Moraes, ha denunciato “omissione e inerzia” da parte della polizia brasiliana nella dispersione dei manifestanti, ordinando la liberazione delle strade bloccate, pena una multa di 100mila reais all’ora, poco meno di 20mila euro, e l’arresto per disobbedienza del direttore della Prf, Silvinei Vasques. Non è la prima volta che Vasques rimane coinvolto in polemiche da quando è capo della Prf. Il dirigente ricopre questo incarico dall’aprile 2021 ed è stato nominato su indicazione del senatore Flavio Bolsonaro, del Partido Liberal, figlio del presidente.

L’assunzione di Vasques è avvenuta nel pieno di una serie di cambiamenti ai vertici della Polícia Rodoviária Federal approvati dal ministro della Giustizia e la sicurezza pubblica, Anderson Torres. Alla vigilia del voto, Vasques ha pubblicato sul suo profilo Instagram un’immagine della bandiera del Brasile scrivendo: “Elezioni 22, Bolsonaro presidente”. Il contenuto è stato rimosso qualche ora dopo.

In alcuni video che sono circolati sui social media si vedono agenti della Prf che appoggiano i manifestanti pro-Bolsonaro mentre bloccano le strade. In uno dei filmati, un esponente della polizia stradale dice che gli agenti non sono stati formati su come sgomberare una strada e che “nessuno dei veicoli coinvolti verrà identificato”.

In almeno 16 Stati anche ieri si sono registrate interruzioni del traffico stradale. Dirigenti della Prf hanno riferito di aver individuato tramite video almeno tre casi in cui gli agenti sembrano aiutare i manifestanti nelle loro azioni. Secondo l’ispettore generale del Prf, Wendel Benevides Matos, tutti questi episodi verranno chiariti.

Ieri Bolsonaro ha pronunciato il suo primo discorso sugli esiti del voto. In tutto il suo intervento è durato circa due minuti. Il passaggio più importante è stato quello in cui il presidente ha detto che continuerà a rispettare la Costituzione. Il ministro della Casa civile, Ciro Nogueira, ha poi reso noto di aver cominciato il processo di transizione.

Bolsonaro ha anche affermato di non essere d’accordo con chi lo ha definito “anti-democratico”, visto che il suo operato si è articolato sempre “entro i confini sanciti dalla Costituzione”. Il capo dello Stato ha aggiunto che “le manifestazioni pacifiche sono benvenute”. Durante il discorso il presidente è tornato ad accusare la “sinistra” e, indirettamente, il rivale Lula: “Voglio ringraziare i 58 milioni di brasiliani che mi hanno votato al secondo turno. Le manifestazioni di questi giorni sono il frutto dell’indignazione e del sentimento di ingiustizia per come è avvenuto il processo elettorale. Le proteste pacifiche sono sempre benvenute, ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra, che alla fine colpiscono sempre i cittadini, con l’occupazione della proprietà, la distruzione del patrimonio e le limitazioni degli spostamenti”.

IN A STATEMENT 2 DAYS AFTER THE ELECTIONS, BOLSONARO SAYS HE WILL COMPLY WITH THE CONSTITUTION AND CIRO NOGUEIRA WILL START THE TRANSITION

By Jõao Marcelo

SÃO PAULO –

Since Sunday night, when the victory of Luiz Inácio Lula da Silva, of the Workers’ Parties (PT) was confirmed, President Jair Messias Bolsonaro, of the Liberal Party (PL) had been expected to speak, recognizing the victory of Lula and the legitimacy of the elections. However, the current president kept silent for 2 days, which was interpreted by his followers as a message of non-recognition of the legitimacy of the elections.

Shortly after the victory of Luiz Inácio Lula da Silva (PT) was confirmed in the second round of the presidential elections against Jair Bolsonaro (PL), groups of Bolsonarista truck drivers and other supporters of the current president began to close highways. Until the end of the night of this Monday (31), according to the PRF (Federal Highway Police), there were partial or total blocks in 25 states (including the Federal District). The only ones where there were no records of occurrences were Alagoas and Amapá.

On Monday night, the National Confederation of Transport and Logistics Workers (CNTTL) published a note of repudiation of the protests, classifying them as undemocratic. “We are experiencing an anti-democratic action by some segments that do not represent the category of autonomous truck drivers of non-acceptance of the results of the polls. We need to respect what the people decided at the polls: the victory of Luís Inácio Lula da Silva”, says the text, on behalf of by the director of CNTTL, Carlos Alberto Litti Dahmer, who is an autonomous truck driver from Ijuí, a city in the state of Rio Grande do Sul.

In the strikes, protesters call for military intervention and do not recognize the legitimacy of the elections.

STF (Federal Supreme Court) Minister Alexandre de Moraes spoke of the PRF’s “omission and inertia” in dispersing protesters and ordered the clearing of all avenues, under penalty of a fine of R$ 100,000 per hour and imprisonment for disobedience to the director of the PRF, Silvinei Vasques. Blockades have caused chaos for passengers who are unable to move. This is not the first time that Vasques has been involved in controversies at the head of the PRF. Vasques has been in office since April last year on the recommendation of Senator Flávio Bolsonaro (PL), son of the President of the Republic. Vasques’ inauguration took place when the Minister of Justice and Public Security, Anderson Torres, was making a series of changes in command of the Federal Highway Police. On Saturday (29), Silvinei Vasques posted on his Instagram an image with a photo of the flag of Brazil and wrote: “Vote 22, Bolsonaro president”. The post was deleted hours later.

In videos circulating on social media, Federal Highway Police (PRF) agents appear supporting Bolsonarista protesters who blocked roads on Monday. In one of the recordings, an agent says that the police were not instructed to clear the roads and that “no vehicle will be notified”. Directors of the Federal Highway Police (PRF) said they had identified in videos three cases in which agents of the corporation appear allegedly helping protesters in blocking roads. According to the general inspector of the PRF, Wendel Benevides Matos, all occurrences will be investigated.

President Jair Bolsonaro (PL) made this Tuesday (1st), two days after the result of the second round, the first statement after losing the election. Bolsonaro read a short, two-minute speech in which he said he would continue to uphold the Constitution. Afterwards, the minister of the Civil House, Ciro Nogueira, stated that he will begin the transition of government. In his speech, Bolsonaro disagreed with being called undemocratic and said he always played “within the four lines of the Constitution”. Bolsonaro also said that “peaceful demonstrations are welcome”. “I want to start by thanking the 58 million Brazilians who voted for me on October 30th. The current popular movements are the result of indignation and a feeling of injustice at the way the electoral process took place. Peaceful demonstrations will always be welcome, but our methods cannot be those of the left, which have always harmed the population, such as invasion of property, destruction of patrimony and restriction of the right to come and go,” Bolsonaro said in his speech. Analysts still assess that Bolsonaro’s position did not help to pacify his supporters.

EM PRONUNCIAMENTO 2 DIAS APÓS AS ELEIÇÕES, BOLSONARO DIZ QUE VAI CUMPRIR A CONSTITUIÇÃO E CIRO NOGUEIRA VAI INICIAR A TRANSIÇÃO

Por Jõao Marcelo

SÃO PAULO – Desde a noite de domingo, quando foi confirmada a vitória de Luiz Inácio Lula da Silva, do Partidos dos Trabalhadores (PT), era esperado o pronunciamento do presidente Jair Messias Bolsonaro, do Partido Liberal (PL), reconhecendo a vitória de Lula e a legitimidade das eleições. Entretanto, o atual presidente manteve o silêncio por 2 dias, o que foi interpretado por seus seguidores como uma mensagem de não reconhecimento da legitimidade das eleições.

Pouco tempo após a vitória de Luiz Inácio Lula da Silva (PT) ser confirmada no segundo turno das eleições presidenciais contra Jair Bolsonaro (PL), grupos de caminhoneiros bolsonaristas e outros apoiadores do atual presidente começaram a fechar rodovias. Até o final da noite desta segunda-feira (31), de acordo com a PRF (Polícia Rodoviária Federal), havia bloqueios parciais ou totais em 25 Estados (incluindo o Distrito Federal). Os únicos onde não havia registros de ocorrências eram Alagoas e Amapá.

Na noite de segunda-feira, a Confederação Nacional dos Trabalhadores em Transportes e Logística (CNTTL) publicou uma nota de repúdio aos protestos, classificando-os como antidemocráticos. “Vivenciamos uma ação antidemocrática de alguns segmentos que não representam a categoria dos caminhoneiros autônomos de não aceitação do resultado das urnas. Precisamos respeitar o que o povo decidiu nas urnas: a vitória de Luís Inácio Lula da Silva”, diz o texto, em nome do diretor da CNTTL, Carlos Alberto Litti Dahmer, que é caminhoneiro autônomo de Ijuí (RS).

Nas paralisações, o que os manifestantes pedem intervenção militar e não reconhecem a legitimidade das eleições

O ministro do STF (Supremo Tribunal Federal) Alexandre de Moraes falou em “omissão e inércia” da PRF na dispersão de manifestantes e determinou a desobstrução de todas as vias, sob pena de multa de R$ 100 mil por hora e prisão por desobediência para o diretor da PRF, Silvinei Vasques. Os bloqueios têm causado caos para passageiros que não conseguem se deslocar. Essa não é a primeira vez que Vasques se envolve em polêmicas à frente da PRF. Vasques está no cargo desde abril do ano passado por indicação do senador Flávio Bolsonaro (PL), filho do presidente da República. A posse de Vasques ocorreu quando o ministro da Justiça e Segurança Pública, Anderson Torres, fazia uma série de trocas no comando da Polícia Rodoviária Federal. No sábado (29), Silvinei Vasques publicou em seu Instagram uma imagem com a foto da bandeira do Brasil e escreveu: “Vote 22, Bolsonaro presidente”. A publicação foi apagada horas depois.

Em vídeos que circulam nas redes sociais, agentes da Polícia Rodoviária Federal (PRF) aparecem dando apoio a manifestantes bolsonaristas que bloquearam estradas na segunda-feira. Em uma das gravações, um agente diz que os policiais não foram instruídos a desobstruir as vias e que “nenhum veículo será alvo de notificação”. Ao menos 16 estados registraram hoje interdições em rodovias. Diretores da PRF (Polícia Rodoviária Federal) disseram ter identificado em vídeos três casos em que agentes da corporação aparecem supostamente ajudando manifestantes nos bloqueios das estradas. Segundo o corregedor-geral da PRF, Wendel Benevides Matos, todas as ocorrências serão apuradas.

O presidente Jair Bolsonaro (PL) fez nesta terça-feira (1º), dois dias após o resultado do segundo turno, o primeiro pronunciamento após perder a eleição. Bolsonaro leu um discurso curto, de dois minutos, em que disse que continuará cumprindo a Constituição. Depois, o ministro da Casa Civil, Ciro Nogueira, afirmou que dará início à transição de governo. Em seu pronunciamento, Bolsonaro discordou de ser chamado de antidemocrático e disse que sempre jogou “dentro das quatro linhas da Constituição”. Bolsonaro também disse que “manifestações pacíficas são bem-vindas”. “Quero começar agradecendo os 58 milhões de brasileiros que votaram em mim no último dia 30 de outubro. Os atuais movimentos populares são fruto de indignação e sentimento de injustiça de como se deu o processo eleitoral. As manifestações pacíficas sempre serão bem-vindas, mas os nossos métodos não podem ser os da esquerda, que sempre prejudicaram a população, como invasão de propriedade, destruição de patrimônio e cerceamento do direito de ir e vir”, disse Bolsonaro em seu discurso. Analistas ainda avaliam que o posicionamento de Bolsonaro não ajudou a pacificar seus apoiadores.

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