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Conte incontra il M5S Lazio e chiede i nomi del candidato presidente

L'ex premier non ha ancora chiuso le porte al campo largo. Il profilo di un candidato non politico condiviso e l'opinione del popolo grillino possono incidere, ma c'è il tema dell'inceneritore

Pubblicato:02-11-2022 17:34
Ultimo aggiornamento:02-11-2022 18:58

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ROMA – Fuori i nomi. Giuseppe Conte non sta lavorando da solo al profilo del candidato presidente per le prossime elezioni regionali nel Lazio. Il leader del Movimento 5 Stelle lo scorso week end ha incontrato “a distanza” il gruppo pentastellato della Regione Lazio, nel corso di una riunione cui hanno preso parte anche i parlamentari e gli europarlamentari eletti in Regione e i consiglieri di Roma Capitale, e in quella sede, tra le altre cose, ha chiesto di ricevere delle proposte di nomi. Probabilmente da sottoporre poi al centrosinistra.

CONTE SUL CAMPO LARGO: “NON CI SONO PRECLUSIONI”

Perché l’ex premier non ha ancora chiuso le porte al campo largo. Certo, le distanze da accorciare sono ancora lunghe ma “non ci sono preclusioni”, avrebbe detto ai suoi secondo quanto risulta all’agenzia Dire. Una personalità di livello che ha lavorato con i 5 Stelle nel Lazio in questi anni: questo sarebbe l’identikit. La rosa sembra ridotta a 3-4 figure, col massimo riserbo sui nomi per evitare di bruciarli. Un lavoro che si incrocia perfettamente con quanto sta avvenendo a livello nazionale tra Pd e M5S, dove i dem, attraverso il responsabile Organizzazione, Francesco Boccia, hanno offerto a Conte la loro disponibilità anche a lavorare su un profilo terzo e civico (che anche il Pd sta cercando) pur di arrivare alla composizione del primo pezzo del campo largo.

IL PROFILO DI UN CANDIDATO NON POLITICO

Quanto più “moderato” sarà questo profilo tanto più aumenteranno le possibilità di allargare campo, elettorato e di conseguenza le chance di contendibilità della Regione al centrodestra. Riuscire a spuntarla su un candidato non politico condiviso sarebbe una prima vittoria di Conte, che da una parte rivendica per il 5S un ruolo alla pari col Pd ma dall’altra sa di non potere tirare troppo la corda, perché andando da solo rischierebbe fortemente di finire dietro il centrosinistra alle prossime Regionali pagando un prezzo politico non indifferente.


IL NODO DELL’INCENERITORE

Il secondo puntello che vuole mettere Conte, e che insieme al tema del candidato determinerà l’altezza dell’asticella su cui si misureranno le possibilità reali di alleanza col centrosinistra, è quello dei programmi. Ai “suoi” regionali il presidente del M5S ha chiesto di stilare dei punti programmatici su cui “sfidare” i possibili futuri alleati. Della serie: “Se volete stare con noi dovete dovrete accettare questi punti, altrimenti ognuno per la sua strada”. Il tema dell’inceneritore di Roma è evidentemente tra questi. Ma come sarà declinato nel dettaglio ancora non è chiaro. Nel senso che se è evidente che l’ex inquilino di Palazzo Chigi è contrario alla sua realizzazione, gli è anche chiaro che quell’impianto non è stato il frutto di politiche regionali portate avanti dal Pd che invece è stato promotore di un piano rifiuti del Lazio (approvato anche con i voti dei 5 Stelle) che vietava la costruzione di nuovi termovalorizzatori. Tant’è che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha potuto scegliere questa opzione solo dopo avere ricevuto dal Governo poteri commissariali che bypassano in toto la Regione.

ZINGARETTI PRONTO A LASCIARE, IL TEMPO STRINGE

Tra domani e dopodomani il Consiglio regionale approverà il collegato al bilancio, ultimo atto prima delle dimissioni di Nicola Zingaretti da governatore del Lazio dopo 10 anni di fila. Il tempo stringe, anche perché pure il centrodestra, dopo avere chiuso la partita dei sottosegretari, si butterà a capofitto sul candidato presidente per le prossime Regionali (probabilmente il 5 febbraio).

IL M5S APRE AI SONDAGGI

Questo week-end sembra essere quello giusto per conoscere definitivamente il destino del campo largo. Nel Movimento 5 Stelle c’è chi è ancora ottimista sul lieto fine e, per la prima volta nella storia pentastellata, non viene escluso (anzi) l’uso dei sondaggi. Se l’opinione del popolo grillino dovesse pendere per l’allenza sarà difficile anche per Conte prendere un’altra strada.

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