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Roma, Comune verso il no al bilancio Ama e un nuovo sciopero: inizia la settimana più lunga

E' questa la posizione che, secondo quanto apprende l'agenzia DIRE, il Campidoglio sembra intenzionato ad adottare in Assemblea dei soci

Pubblicato:02-11-2018 15:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:44
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ROMA – Bocciare il progetto di bilancio 2017 di Ama varato ad aprile dal cda e chiedere contestualmente una rettifica all’organismo che guida l’azienda. E’ questa la posizione che, secondo quanto apprende l’agenzia DIRE, dopo sei mesi di controlli sui conti e riunioni (più o meno accese) il Campidoglio sembra intenzionato ad adottare in Assemblea dei soci per sbloccare uno stallo che, ogni giorno che passa, sta portando sempre di più l’Ama nella condizione di chiudere i battenti.

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Una scelta che di fatto sancirebbe la sfiducia del Comune verso il presidente e ad, Lorenzo Bagnacani (il terzo amministratore alla guida della municipalizzata in epoca grillina, dopo Alessandro Solidoro e Antonella Giglio), che ha siglato (insieme agli altri due membri del cda) un documento che si chiude con un +560mila euro circa, mentre l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti (insieme al ragioniere Botteghi e al dg Giampaoletti), ritiene che più correttamente il saldo dovrebbe essere negativo, perché non sarebbero certi ed esigibili circa 18 milioni di euro di crediti vantati da Ama verso il Comune per opere cimiteriali realizzate tra il 2008 e il 2012.


Inoltre, va aggiunto che la delibera di indirizzi in Giunta non è mai arrivata, perché secondo quanto apprende l’agenzia DIRE il ragioniere capitolino non avrebbe rilasciato il parere, e quindi non tutto l’esecutivo al momento sarebbe in grado di decidere.

Al di là di questo, il board dell’azienda, forte anche degli ok del collegio sindacale, del collegio dei revisori e del parere di un professore universitario che ha certificato la bontà di quei crediti, non intende arretrare di un millimetro e quindi, salvo clamorose sorprese, difficilmente accetterà di accogliere quelle istanze di modifica sia perché significherebbe sconfessare una posizione che ritiene solida, prestandosi così alle più che probabili azioni della Corte dei Conti, sia perché la chiusura di un bilancio in negativo farebbe venire meno una delle condizioni del contratto di credito tra le banche e Ama.

E proprio la mancata firma del pegno da parte del Comune, per sbloccare le linee di credito vitali per Ama per andare avanti(quelle in essere scadranno il 15 novembre e senza bilancio le banche potrebbero chiedere il rientro del debito mettendo in ginocchio l’azienda), sta costituendo un altro campo di battaglia a suon di carte bollate tra via Calderon De La Barca e Palazzo Senatorio.

Lo scontro è totale, al netto delle parole rassicuranti del sindaco Virginia Raggi e dell’assessore Pinuccia Montanari, e una parte del Campidoglio per uscirne vincitrice sembra disposta anche a correre il rischio di dovere dare il benservito a questo cda (conseguenza naturale della fine del rapporto di fiducia del socio unico con chi non intenderebbe eseguire le sue volontà). Ma stavolta sarebbe diverso dalle due precedenti, perché Lorenzo Bagnacani è uomo di fiducia di Beppe Grillo e altrettanto legato a Pinuccia Montanari (altra longa manus del fondatore del M5S in Giunta capitolina) e poi, al momento, godrebbe ancora della fiducia del sindaco.

Per mettere in campo una decisione di questo tipo servirebbe una buona dose di coraggio e forza, quella che a Virginia Raggi potrebbe arrivare il 10 novembre se sarà assolta nel processo che la vede imputata per falso. E forse non è un caso che la prossima assemblea dei soci di Ama si svolgerà dopo quella data.

Cinque giorni prima, lunedì prossimo, ci sarà lo sciopero degli operatori Ama aderenti alla Fp Cgil, alla Fit Cisl e alla Fiadel, che si svolgerà nonostante l’exit strategy sul bilancio che dal Campidoglio starebbe filtrando all’esterno, e alla fine i rifiuti non raccolti che resteranno sul campo saranno tanti, si presume circa il doppio della produzione di un giorno normale che a Roma vale circa 3.300 tonnellate (quindi oltre 6mila). Ci vorranno almeno tre giorni per rivedere la città tornare alla normalità.

Anche perché lunedì non si partirà da una situazione di pulizia totale. Il maltempo ha costretto tanti operatori Ama a un superlavoro su foglie, ramaglie e caditoie per il ripristino del decoro urbano: oggi nella sola zona est ne sono stati impiegati 1.550. Tutto personale tolto al servizio di raccolta rifiuti, già fiaccato dalle tante assemblee sindacali preparatorie dello sciopero. Già martedì 6, secondo quanto apprende l’agenzia DIRE, saranno affrontate prontamente le situazioni di maggiore gravità per poi continuare fino alla fine della settimana. Quella più lunga per Ama e per Roma.

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