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Dengue, da oggi nelle farmacie il kit antizanzara. Ma Burioni non usa mezzi termini: “È inutile”

Per il virologo la situazione è fuori controllo: "Servono repellenti veri e non quelli naturali"

Pubblicato:02-10-2024 20:00
Ultimo aggiornamento:02-10-2024 20:04

dengue kit farmacia
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ROMA – Sono 102 i casi di Dengue riscontrati a Fano, in provincia di Pesaro e Urbino. Un vero e proprio focolaio cresciuto più del doppio nel giro di una settimana. A quanto pare a nulla sono servite le tre disinfestazioni effettuate su tutto il territorio comunale cominciate l’11 settembre. Sulla vicenda, ieri è intervenuto anche Roberto Burioni che ha definito la “situazione fuori controllo”. Oggi, in occasione dell’arrivo del kit antizanzare nelle farmacie fanesi, il virologo è tornato sull’argomento e ha espresso le sue perplessità: “Ecco i kit antizanzare in vendita a Fano. Pepe della Tasmania, olio di avocado, camomilla e calendula nell’inutile kit dopo puntura. Nel repellente, oli essenziali di lavanda e menta. E il principio attivo repellente quale sarebbe?”, scrive su X. I dispositivi in vendita dunque, sarebbero inutili per Burioni che insiste invece su un intervento più mirato ed efficace attraverso l’uso di repellenti “veri e non naturali”. Il virologo fa anche notare che “i kit sono 800” mentre “Fano ha 60mila abitanti”. E aggiunge: “Se le istituzioni avessero ‘sponsorizzato’ un repellente di non provata efficacia, sarebbe un comportamento gravissimo che mette in pericolo i cittadini. Speriamo che non sia così”

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SINDACO-AST ASSICURANO: CURVA DECRESCE

Ma se da un alto i casi di Dengue preoccupano, dall’altro il sindaco di Fano Luca Serfilippi, l’azienda sanitaria di Pesaro Urbino e l’Istituto zooprofilattico rassicurano: “La situazione è sotto controllo. Le azioni messe in campo stanno generando risultati positivi. La curva dei casi è in decrescita”. Il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ast, Augusto Liverani, spiega infatti che anche se il numero di casi “sembra elevato, la curva dei nuovi contagi è in netta diminuzione. Il picco della sintomatologia si è verificato tra il 14 e il 17 settembre, e ora ci troviamo in una fase di stallo che anticipa una discesa graduale”. Inoltre “l’apparente aumento dei casi negli ultimi giorni è legato ai ritardi nelle diagnosi, in particolare per quelli processati dall’Istituto Superiore di Sanità a Roma. Pertanto, non c’è stato alcun incremento recente di nuovi contagi”. Liverani chiarisce poi che molti dei casi confermati riguardano infezioni contratte prima del 15 settembre, ma diagnosticate solo successivamente a causa dei tempi di analisi dei campioni. “L’ultimo caso confermato risale al 25 settembre e, da allora, i nuovi contagi si sono pressoché azzerati dopo il 23 settembre. Siamo comunque in una fase di attenzione, ma non di preoccupazione. Non ci sono stati casi gravi né decessi”. Il direttore ricorda pi che “il 34% dei pazienti è stato ricoverato, ma oltre il 60% di questi ricoveri è stato per precauzione e per accelerare le procedure diagnostiche. Non ci sono stati casi di shock ipovolemico e un caso pediatrico risulta in buone condizioni”.


Stefano Gavaudan dell’Istituto Zooprofilattico assicura che “non ci siamo fatti trovare impreparati” e “abbiamo agito seguendo scrupolosamente il piano nazionale arbovirosi”. E tutte le azioni sono state “in sinergia” con Ast e Comune. Inoltre, “grazie agli interventisaremo più protetti in vista della prossima primavera, quando aumenterà la presenza della zanzara tigre”. Anche il sindaco afferma che “la strategia messa in campo ha dimostrato di essere efficace. Negli ultimi sette giorni i nuovi casi si sono quasi azzerati. Sin dal primo caso confermato, abbiamo avviato una disinfestazione estesa su tutta l’area urbana, coprendo i centri abitati della città per tre notti consecutive. Abbiamo inoltre eseguito un trattamento larvicida su 14.000 tombini della città, concentrandoci sulla zona del Vallato, la più sensibile”. Il primo cittadino ricorda che la battaglia non si vince “solo con gli interventi pubblici. Gran parte del territorio è costituito da aree private, dove il Comune non può intervenire direttamente. È essenziale che tutti facciano la loro parte”. Infine Clizia Pugliè dell’Ast ricorda la campagna informativa “forte” che è stata avviata, coinvolgendo tutta la cittadinanza e diverse associazioni locali affinché diventino ‘educatori tra pari’.

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