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Tg Esteri, l’edizione di mercoledì 2 ottobre 2024

Si parla del corso Ue per giornalisti alla Dire, del conflitto in Medio Oriente, delle elezioni in Tunisia, dell'inchiesta sui militari in Mozambico

Pubblicato:02-10-2024 15:22
Ultimo aggiornamento:02-10-2024 15:22
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GIORNALISMO. CORSO UE A ROMA, QUANTE DOMANDE AGLI EURODEPUTATI


Formazione europea per giornalisti e content creator nella redazione romana dell’agenzia Dire. Tre giorni con lezioni, dialoghi e laboratori, animati da docenti, eurodeputati ed esperti dell’Ue. Intervenuti i parlamentari Susanna Ceccardi, Camilla Laureti, Nicola Procaccini, Dario Tamburrano e Benedetta Scuderi. A partecipare, con il supporto della testata Total Eu, grazie a un programma del Parlamento europeo, rappresentato dal direttore in Italia Carlo Corazza, sono stati reporter di oggi e di domani. Ecco Giorgia Giangrande: “Cosa porto a casa dal corso nell’agenzia Dire?La possibilità di incontrare coetenei come me che lavorano nel settore della comunicazione e giornalismo”. Francesco Torcasio: “Porto indietro una maggiore consapevolezza di quanto sia importante per i giornalisti riportare correttamente i meccanismi dell’Unione Europea”.

MO. LIBANO, CENTINAIA I MORTI, L’UE INVOCA CESSATE FUOCO



In Libano serve “il cessate il fuoco immediato”: questo l’appello emerso dal vertice informale dei ministri degli Esteri dell’Unione europea convocato dall’Alto rappresentante Josep Borrell, dopo giorni di bombardamenti e incursioni di Israele in varie aree del Libano. Tel Aviv sostiene di voler sradicare l’organizzazione Hezbollah: l’offensiva militare ha però già causato centinaia di morti e oltre un milione di sfollati. Borrell ha denunciato il fatto che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non abbia accettato una proposta di cessate il fuoco per 21 giorni avanzata da Stati Uniti e Francia.

TUNISIA. DOMENICA SI VOTA IL PRESIDENTE, APPELLI PER LA LEGALITÀ


Domenica 6 ottobre quasi 10 milioni di tunisini andranno alle urne per scegliere il nuovo presidente. È il primo scrutinio dalla riforma della Costituzione promossa dall’attuale capo dello Stato, Kais Saied, che corre per un secondo mandato. Un voto però preceduto da arresti ed esclusioni tra i candidati presidenziali, come ha denunciato la Lega tunisina per i diritti umani, che ha invocato “trasparenza e legalità”. Human Rights Watch ha riferito di oltre 170 incarcerazioni tra attivisti, oppositori, giornalisti e difensori dei diritti. L’ultimo, Sihem Bensedrine, ex presidente della Commissione per la verità: secondo l’avvocato, le manette sono scattate per un report su presunti atti di corruzione riguardante la Banca franco-tunisina che conterrebbe “falsità”.

MOZAMBICO. CABO DELGADO, UN’INCHIESTA ACCUSA I MILITARI E TOTAL


Accertare la verità e garantire la giustizia: questo il senso di tanti appelli giunti a partire dall’inchiesta giornalistica su uccisioni e abusi che sarebbero stati commessi nei confronti di civili da militari del Mozambico nell’area di un impianto della multinazionale Total Energies. I fatti, denunciati dalla testata Politico, risalgono al 2021. Il contesto è il conflitto civile scoppiato nel nord del Mozambico dopo la scoperta di giacimenti di gas naturale tra i più ricchi al mondo. Nel Paese si terranno elezioni presidenziali il 9 ottobre, mercoledì prossimo.

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