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Salvini deve vincere in Umbria, M5S e Pd sperano in San Francesco

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di Stampa Dire, per Direoggi | Edizione del 2 ottobre 2019

Pubblicato:02-10-2019 15:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:46

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ROMA – Battaglia all’ultimo colpo. L’elezioni regionali in Umbria diventano ogni giorno più importanti. Un segnale capace di influenzare il quadro politico nazionale. In caso di sconfitta, il 27 ottobre per il leader della Lega potrebbe venir fuori il malcontento che sotto le ceneri cova nel vasto mondo ‘lumbard’.

La candidata della Lega, stando a quanti seguono i numeri del consenso, è avanti al candidato del centrosinista. Ma il distacco è di soli tre punti, non troppo difficili da recuperare e superare. Dall’Umbria, spiega alla Dire un attento osservatore politico del territorio, il momento decisivo arriverà quando San Francesco, meglio tutto il mondo ‘francescano’, prenderà posizione ufficialmente. A quel punto tutto può accadere, per questo in ogni comizio Salvini si appella a tutti i santi e tira fuori il rosario. Quel mondo francescano, viene ricordato, risponde direttamente al Papa, quindi…

Per quanto riguarda la Lega i guai non finiscono qui. Le cronache di oggi parlano degli sviluppi dell’inchiesta sulla partita di gasolio russo e sulla presunta ‘stecca’ che alla fine doveva arrivare attraverso alcuni faccendieri leghisti. Un segnale? In Lombardia i ‘lumbard’ seguono con apprensione gli sviluppi e alla Dire dicono «che ancora deve uscire molto».


Per quanto riguarda la maggioranza di Governo, dopo le liti sull’aumento dell’Iva, Pd e M5S stasera si incontreranno per trovare un accordo sulla nuova legge elettorale e i collegi da ridisegnare in vista del voto sul taglio dei parlamentari previsto per il prossimo 9 ottobre.

In casa Pd, intanto, si studia come rispondere allo sfrenato attivismo dell’Ital Vivo, Matteo Renzi, che non passa giorno senza che rimarchi la ‘sua’ differenza. Il capogruppo Graziano Delrio ha lanciato l’allarme a tutto il partito perché si dia una mossa. Il Pd, a livello parlamentare, ora si ritrova anche senza una carica importante: il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, è passato con Renzi. Si sta spingendo perché si dimetta, ma lui proprio non ci sente.

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