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Rifiuti a Roma, l’ex presidente di Ama avverte: “Serve piano pluriennale o siamo morti”

Lo ha detto l'ex presidente di Ama, Luisa Melara, alla trasmissione Agora'

Pubblicato:02-10-2019 11:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:46
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ROMA – “Per fare un impianto di compostaggio ci vogliono tra i tre e i cinque anni se va bene, e se nel frattempo non viene pianificato un piano di emergenza con azioni straordinarie dove tutti devono fare il loro, allora siamo morti”. Lo ha detto l’ex presidente di Ama, Luisa Melara, alla trasmissione Agora’.

“Il cda di Ama- ha spiegato- ha presentato un progetto chiaro su come traguardare l’emergenza, e in coerenza con l’impegno assunto con la sindaca ha posto in essere tutte le azioni necessarie con il Comune, la Regione e il ministero dell’Ambiente, che si è messo a disposizione con la cabina di regia e anche con l’affermazione per noi rilevante della necessità di mettere a disposizione di Ama una discarica nelle more di tutte le pianificazioni di breve, medio e lungo periodo per realizzare gli impianti propri che Ama non ha”.

“AVEVAMO PROPOSTO A COMUNE REQUISIRE IMPIANTI PRIVATI”

La requisizione di alcuni impianti privati per consentire ad Ama di gestire con fluidità il ciclo dei rifiuti. Era una delle proposte contenute nel piano operativo di breve periodo del cda di Ama alla sindaca Raggi. Lo ha rivelato l’ex presidente della municipalizzata, Luisa Melara, alla trasmissione Agorà il giorno dopo le sue dimissioni.


Quella dei rifiuti a Roma “è una situazione che può essere affrontata. il problema è come, con quali strumenti, quali collaborazioni e quali interventi istituzionali rispetto a una situazione di deficienza strutturale nella quale abbiamo trovato Ama, che necessita di provvedimenti straordinari fino al punto di una proposta fatta al Campidoglio, nell’ambito del piano operativo di breve periodo, della requisizione in via definitiva di alcuni impianti privati sennò Ama non ce la fa. C’è un eccessiva dipendenza dagli impianti privati, Ama lavora solo il 24% di indifferenziato”.

“AD AGOSTO ULTIMA VOLTA CHE HO SENTITO RAGGI”

“L’ultima volta che ho sentito la sindaca è stato ad agosto. Non ci siamo più visti, più sentiti, abbiamo cercato il suo contatto, abbiamo cercato un incontro con lei su vari fronti e temi, alcuni assai delicati, che mi hanno visto esposta in prima persona sul tema giudiziario”. Lo ha detto alla trasmissione Agora’ l’ex presidente di Ama, Luisa Melara.

“Abbiamo constatato che alcuni impianti privati, oggetto di precetto da parte della Regione nella sua ordinanza che ha permesso a Roma di uscire dall’emergenza, non ci davano gli spazi nonostante l’ordinanza. La nostra decisione nell’interesse dell’azienda e della città era legarci con le catene davanti a questi impianti o assumere iniziative importanti presso l’autorità giudiziaria perché assumesse provvedimenti coercitivi. Se decido di denunciare penalmente delle aziende private con richieste rilevanti da adottare dalla procura e proposte da me c’è una sovraesposizione che può avere ricadute su diversi piani, anche sul mio personale- ha spiegato Melara- Prendendo una decisione così, con una sovraesposizione con implicazioni potenzialmente politiche, avevamo chiesto alla Raggi…” ma senza ottenere risposte.

Melara ha rivelato che era pronta a incatenarsi davanti agli impianti che si rifiutavano di accogliere l’immondizia di Roma: “Tutti i dirigenti di Ama sanno che avevo comprato le catene, e nella la cabina di regia interna all’azienda per la gestione della raccolta gli avevo detto ‘se questi non aprono mi lego con le catene davanti a questi impianti e chiedo a ciascuno di voi chi mi vuole seguire, perché i cittadini devono sapere che la spazzatura resta a terra perché Ama non ha gli impianti presso cui portarla”.

“COMUNE DEVE FARE LA SUA PARTE O TEMA NON SI RISOLVE”

“La questione dei rifiuti a Roma si può risolvere ma io devo avere dietro il socio che deve fare il suo con assunzione di responsabilità, tempistica di risposta e un’azione adeguata rispetto alla situazione di emergenza. Non posso stare quattro mesi ad aspettare una risposta: o ci riconosciamo tutti che Ama ha una situazione di emergenza e ci regoliamo rispetto a questo o ci sarà sempre un’asimmetria che non potrà risolvere il problema”. Lo ha detto alla trasmissione Agora’ l’ex presidente di Ama, Luisa Melara.

“CDA AMA ISOLATO DA COMUNE PERCHÉ ANDAVA TROPPO VELOCE”

“Abbiamo preso atto di un progressivo isolamento del cda forse perché è andato troppo veloce nelle decisioni, nelle assunzioni di responsabilità e nelle proposte. In 104 giorni abbiamo fatto tantissime attività e forse questo ha spaventato”. Lo ha detto alla trasmissione Agorà l’ex presidente di Ama, Luisa Melara.

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