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Agricoltura, uliveti e cultura: la Regione Lazio lancia ‘Terre dell’olio’ – Guarda le VIDEOINTERVISTE

Favorire il turismo dell'olio nel Lazio, con visite nelle aziende produttrici, valorizzando così i quattro territori di appartenenza delle Dop regionali, quelli dell'oliva di Gaeta, della Carboncella, della Rosciola e del Canino

Pubblicato:02-10-2015 11:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:35

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ROMA – Favorire il turismo dell’olio nel Lazio, con visite nelle aziende produttrici, valorizzando così i quattro territori di appartenenza delle Dop regionali, quelli dell’oliva di Gaeta, della Carboncella, della Rosciola e del Canino. Il tutto in collaborazione con Expo. Questo il senso di ‘Lazio terre dell’olio’, il progetto pensato da Lazio Innova e Arsial e presentato questa mattina a Roma nella sede di Lazio Innova, in videoconferenza con lo stand Lazio ad Expo, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Sonia Ricci, del responsabile Sviluppo sostenibile di Lazio Innova, Maria Tiziana Marcelli, e dell’amministratore unico di Arsial, Antonio Rosati.

L’idea alla base di ‘Lazio terre dell’olio’ è valorizzare alcune aree della regione, ricche di storia e cultura, attraverso l’offerta turistica rappresentata dalla presenza delle centinaia di aziende che producono olio che sono presenti nel Lazio. Ecco quindi una serie di proposte come le visite guidate nelle aziende e agli eventuali oliveti monumentali, degustazioni guidate, mini corsi di cucina ma anche di potatura, week-end a tema, visite ai frantoi e laboratori didattici oltre alla partecipazione alla raccolta delle olive. Il tutto in aree ricche di testimonianze storiche e culturali: nella Dop Sabina l’abbazia di Farfa e il territorio reatino, nella Dop del Canino i borghi medievali di Nepi, Ronciglione e Caprarola, in quella delle Colline pontine, dove sorge la pluripremiata oliva di Gaeta, l’oasi di Ninfa, l’antica Norma e il golfo di Gaeta, e infine nella Dop Tuscia la città di Tarquinia, i giardini di Bomarzo, Civita Castellana e il lago di Bolsena.

“I primi risultati sono molto positivi- ha spiegato Carlo Hausmann, dg dell’Azienda romana mercati- già 113 aziende hanno aderito al progetto e molte di queste si trovano proprio in territori turistici dove si producono le nostre quattro varietà di olivo, la Carboncella nel centro-nord, il Canino sulla Maremma laziale, la Rosciola a sud nell’area di Frosinone e poi l’oliva di Gaeta sul litorale sud. ‘Terre dell’olio’ è stato pensato per vendere olio ma soprattutto per vendere turismo dell’olio. Per questo le Camere di commercio hanno chiamato a raccolta tutte le aziende interessate”.


“Nel Lazio finalmente si lavora insieme- ha spiegato, invece, Rosati- Lo slogan può essere ‘cooperare per competere’, perché da soli non si va lontani nel mondo. Giochiamo dunque questa carta per un prodotto locomotiva alla base della nostra storia identitaria. Nel Lazio abbiamo 80.000 ettari di uliveti, una dimensione impressionante. Dobbiamo farne un fattore di sviluppo e valorizzare sempre più questo nostro prodotto di eccellenza. Ora la battaglia è anche quella per l’etichettatura, cosa molto importante soprattutto per mercati quali Stati Uniti, Canada e Giappone”.

“Tutto nasce da alcuni fondi stanziati dal Consiglio dei ministri per la valorizzazione delle peculiarità regionali- ha detto Ricci- La Regione Lazio ha deciso di valorizzare l’olio con questo progetto che è cofinanziato dall’assessorato all’Agricoltura. Alla base c’è l’idea di fare del Lazio un sistema, con la partecipazione degli attori della filiera. E il valore di questo progetto deve tornare ai produttori. Da qui l’importanza della battaglia sull’etichettatura che fa tornare il valore aggiunto ai nostri produttori. Il ruolo di Arsial sarà invece fondamentale per il sostegno alle imprese”.

“Lazio Innova- ha chiarito infine Marcelli- ha il ruolo di attuatore e coordinatore del progetto, come per tutti quelli della Regione Lazio che si accostano ad Expo”.

di Emiliano Pretto – giornalista professionista

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