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ROMA – “E’ giusto” che i politici sfruttino i nuovi canali per raggiungere il più alto numero possibile di elettori, giovani compresi, “bisogna però saperli gestire o si rischia inconsapevolmente di diventare meme”. E’ il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone a spiegarlo all’agenzia Dire. “La comunicazione stampata – aggiunge – ha lasciato il posto ai social ma bisogna capire esattamente quali usare, e come farlo”.
Da anni Mollicone, responsabile Cultura FdI, gestisce un personale podcast che gli permette “di approfondire varie tematiche. E’ un canale informativo molto lento e caldo che ti dà modo di stare su varie piattaforme. Sono l’unico parlamentare ad averlo”. Discorso diverso per TikTok, dove da ieri sono sbarcati numerosi leader politici in vista del voto del 25 settembre.
Bisogna andare a caccia del voto degli under 25, che da queste Politiche potranno eleggere anche i senatori, e TikTok – il social cinese frequentato in primis da giovanissimi e giovani – è parso il bacino giusto a cui attingere. “Bisogna però fare attenzione – sottolinea Mollicone – quando non si sanno gestire i social si rischia di diventare inconsapevolmente dei meme. TikTok è un social molto giovanile e veloce, non convenzionale. Si rischia grosso quando si fanno i simpatici come Renzi e Calenda. Altri social come twitter sono forse più adatti”.
Anche sul fronte televisivo ci sono malumori dopo la decisione dell’Agcom di bloccare il confronto Rai da Vespa tra Meloni e Letta. “La Rai, come servizio pubblico, sta funzionando”, premette Mollicone. C’è più che altro “un problema di par condicio. Abbiamo già denunciato la sovraesposizione assoluta di Calenda che continua a millantare l’esistenza di un Terzo Polo”. In realtà, il leader di Azione “ha fatto ‘la bicicletta’, cioè ha presentato un simbolo con dentro due simboli, altrimenti non aveva le firme e non poteva presentarsi alle elezioni. E’ un bluff, non è un Terzo Polo”, insiste il deputato FdI.
Quanto all’extragettito da far pagare anche alle grandi aziende come Google e Amazon, Mollicone si dice “assolutamente favorevole. Abbiamo anche fatto una proposta di legge, pensiamo che i giganti del web debbano pagare le tasse dove producono utili”. Una delle proposte è legare il pagamento al domicilio digitale fiscale dell’azienda. Oppure, termina il deputato FdI, “c’è l’ipotesi Nexus. E’ il modello New York: paghi le tasse laddove produci fatturati con le connessioni”.
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