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VIDEO | Ritorno in classe, lo psicologo: “Genitori non lo vivano male”

"Niente panico in autunno per il primo raffreddore o la prima febbre", dichiara a Sky Tg24 Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell'Istituto di Ortofonologia (IDO)

Pubblicato:02-09-2020 18:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:49
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ROMA – “I bambini hanno una grande forza di adattamento a situazioni molto piu’ difficili rispetto agli adulti, quindi per loro non sara’ complicato tornare a scuola con le nuove disposizioni anti Covid. Tutto dipendera’ dall’atteggiamento dei grandi, perche’ se non spaventiamo i piu’ piccoli loro poi si adattano. Non dobbiamo vivere male il loro ingresso a scuola”. Lo dichiara a Sky Tg24 Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), che ha analizzato le paure di mamme e papa’, fornendo dei consigli per superarle.
Un’ansia evidenziata dai genitori e’ che i bambini possano abbracciarsi, e su questo tema l’esperto aggiunge: “Non possiamo mettere qualcuno con il bastone per non farli stare vicini. È importante sapere che i bimbi sono poco recettori e poco trasmettitori; non dobbiamo caricarli dei nostri timori. Il problema piu’ grande sara’ il panico dei genitori quando i bambini, nei periodi autunnali di pioggia, prenderanno il raffreddore o avranno tosse e febbre. La gente si deve rendere conto che avere degli stati febbrili in autunno e’ normale- sottolinea lo psicologo- e che non hanno nulla a che fare con il Covid”. Fiducioso nel sistema sanitario e nell’organizzazione anti virus nelle scuole il direttore dell’IdO ritiene “fondamentali i primi tre mesi, quando si potra’ verificare lo stato delle cose e proseguire con serenita’. Mi spaventa di piu’- avverte- il fatto che verra’ a mancare il compagno di banco, perche’ nella crescita degli alunni si perderanno delle esperienze. Per i piu’ piccoli non ci saranno i giochi di contatto e le manifestazioni d’affetto che sono per loro fondamentali”. Analizzando i comportamenti e le paure di alunni, docenti e genitori, il direttore dell’Ido promuove gli studenti. “Sono molto piu’ seri e aderenti alle situazioni di quanto possiamo immaginare. Il Covid ha generato in loro delle riflessioni sui rapporti sociali e alcuni hanno sviluppato, durante il lockdown, la sindrome della capanna. Ora pero’, il fatto che la scuola si mostri accogliente portera’ loro una condivisione e una capacita’ di relazionarsi maggiore. La buona riuscita del ritorno in classe dipendera’ molto dai docenti che andranno aiutati e sostenuti. Bisognera’ ripartire con dolcezza e senza strappi. Sui ragazzi punto al 100%- afferma lo psicoterapeuta- sui docenti abbastanza e sui genitori un po’ di meno, perche’ questi ultimi trovano sempre le colpe negli altri”. E sull nuova tendenza, scatenata dal Coronavirus, dell’homeschooling (istruzione domiciliare) che sta prendendo sempre piu’ piede, Castelbianco conclude: “I ragazzi hanno bisogno dei coetanei e di condividere le esperienze. Chiudendoli in casa non sono meno a rischio contagio, perche’ poi andranno in giro con gli amici che frequentano la scuola. L’homeschooling e’ solo un rimedio alle proprie ansie”.
Analizzando i comportamenti e le paure di alunni, docenti e genitori, il direttore dell’Ido promuove gli studenti. “Sono molto piu’ seri e aderenti alle situazioni di quanto possiamo immaginare. Il Covid ha generato in loro delle riflessioni sui rapporti sociali e alcuni hanno sviluppato, durante il lockdown, la sindrome della capanna. Ora pero’, il fatto che la scuola si mostri accogliente portera’ loro una condivisione e una capacita’ di relazionarsi maggiore. La buona riuscita del ritorno in classe dipendera’ molto dai docenti che andranno aiutati e sostenuti. Bisognera’ ripartire con dolcezza e senza strappi. Sui ragazzi punto al 100%- afferma lo psicoterapeuta- sui docenti abbastanza e sui genitori un po’ di meno, perche’ questi ultimi trovano sempre le colpe negli altri”. E sull nuova tendenza, scatenata dal Coronavirus, dell’homeschooling (istruzione domiciliare) che sta prendendo sempre piu’ piede, Castelbianco conclude: “I ragazzi hanno bisogno dei coetanei e di condividere le esperienze. Chiudendoli in casa non sono meno a rischio contagio, perche’ poi andranno in giro con gli amici che frequentano la scuola. L’homeschooling e’ solo un rimedio alle proprie ansie”.

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