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Campionato regionali: finirà 3 a 3… e palla al Centro

L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:02-09-2020 15:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:49

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ROMA – «È triste quando l’esistenza che ti è più cara è l’esistenza del problema», scriveva il grande Stanislaw Jerzy Lec. Che calza a pennello con quanto sta avvenendo nel nostro paese. A partire dal ‘problema’ elezioni regionali e Referendum sul taglio dei parlamentari. In tanti si sono appollaiati sul ramo lasciando il cerino acceso nelle mani di qualcun altro. C’è nervosismo nel Pd, con il segretario Nicola Zingaretti che d’ora in avanti spingerà al massimo per polarizzare lo scontro con il centrodestra a guida Salvini; c’è nervosismo nella Lega, con Salvini molto attento a non ri-cadere nell’errore fatto in Emilia-Romagna e a sottolineare che, queste elezioni hanno solo valore locale e non nazionale. C’è nervosismo nel M5S, con i gruppi parlamentari in rivolta e senza guida, che si inventano trappole per mettere in difficoltà il loro Governo e il Presidente Conte. E qui trovi quello che giura che dietro gli assalti c’è la mano di Di Maio, che vuole tenere Conte al ‘guinzaglio’, fargli capire che non può pensare di giocarsi una partita personale. E difatti il presidente del Consiglio è sparito dai radar, da molto tempo è in silenzio stampa. E’ nervoso Matteo Renzi, colpa dei sondaggi che lo inchiodano a percentuali da ridere scatenando la voglia di buttar giù baracca e burattini. Come finirà? Alla fine sarà un 3 a 3. Toscana, Campania e Puglia, le più grosse al centrosinistra; per il centrodestra riconfermate Veneto e Liguria con vittoria nelle Marche. Per il referendum sul taglio dei parlamentari tutti i sondaggi dicono che la partita è segnata. Vero che il fronte del No sta guadagnando consensi, ma alla fine passerà il Sì al taglio della casta dei privilegiati. Se andrà così non ci saranno soluzioni ma permanenza dei problemi. Si guadagnerà tempo, perché in caso di pareggio la maggioranza potrebbe ritrovare un nuovo assestamento magari con un rimpasto di Governo. E ci sarà tempo anche per giocarsi finalmente la partita del Centro. La creazione di una forza moderata, liberale e riformatrice che potrebbe valere molto di più della somma dei voti di Forza Italia, Azione, +Europa e Italia Viva, che nel nuovo schema proporzionale risulterà decisiva per la formazione di qualsiasi governo.

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