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Eritrea, padre Vitale: “Su scuola Asmara colpevoli governi italiani

Alla 'Dire' missionario che a giugno aveva lanciato allarme chiusura

Pubblicato:02-09-2020 14:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:49

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ROMA – La chiusura della Scuola italiana ad Asmara e’ la “conseguenza dell’assenza totale di tutti i governi” del nostro Paese, nessuno escluso: cosi’ alla ‘Dire’ padre Vitale Vitali, 45 anni di missioni nel Corno d’Africa, che solo a giugno in un’intervista con l’agenzia invocava un intervento di tutela.
Secondo il missionario, “oggi c’e’ grande tristezza perche’ l’istituto era un nostro fiore all’occhiello e rappresentava la speranza di dare un futuro a tanti ragazzi cambiando un po’ le cose in Eritrea”.

Padre Vitali riferisce che la Scuola statale italiana di Asmara e’ ormai “ufficialmente chiusa” dopo che negli ultimi anni si era aggravata la carenza di personale, con docenti italiani sempre piu’ spesso assenti per periodi prolungati in patria e la conseguente assunzione di personale eritreo. “Gia’ lo scorso anno – ricorda il missionario – il governo di Asmara aveva invitato tutti gli alunni a iscriversi alla scuola pubblica”.
Secondo padre Vitali, sorprendono alcune reazioni della politica italiana, con accuse rivolte a questo o quel governo.

“Bisognava attivarsi prima, dimostrando interesse e cercando una mediazione” dice il missionario. Tra le prese di posizione citate quella della Lega, che attraverso i deputati Paolo Grimoldi e Paolo Borchia oggi hanno denunciato il “fallimento” rappresentato dalla chiusura della Scuola. “Anche chi oggi e’ all’opposizione in passato ha avuto responsabilita’ di governo” dice padre Vitali. “Tutti gli esecutivi che si sono succeduti sono stati colpevoli: scagliare pietre, ora, non serve”.


A giugno, nell’intervista con la Dire, padre Vitali aveva chiesto un intervento “incisivo e decisivo” dell’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Oggi il missionario esprime timori anche rispetto a un’altra istituzione educativa in Eritrea, pure finanziata dall’Unione Europea. A preoccupare e’ il destino della Hagaz Agro-Technical School, gestita dai lasalliani e specializzata in zootecnia, agricoltura e trasformazione dei prodotti, dove ancora 300 alunni studiano e producono formaggio, yogurt, marmellata, vino e ortaggi.

“Anche li’ si rischia la chiusura” avverte padre Vitali: “Bisogna muoversi prima che, da un giorno all’altro, mettano i sigilli”.

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