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India, sciopero nazionale contro la riforma del lavoro

Contestata anche la proposta di aprire le ferrovie e il settore della difesa agli investimenti esteri

Pubblicato:02-09-2016 13:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:02

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IndiaBandieraROMA – Un’ondata di scioperi e proteste sta attraversando l’India, per dire il proprio ‘no’ alla riforma del lavoro del primo ministro Narendra Modi. Trasporti paralizzati, banche, societa’ assicurative, imprese e attivita’ commerciali chiuse e “piu’ di un milione di lavoratori in strada” – secondo quanto scrive il quotidiano pakistano The News international’ – che hanno risposto all’appello delle unioni per i lavoratori. Le regioni piu’ colpite sono il Kerala e il Bengala occidentale, dove si vedono taxi e autobus fermi ai bordi delle strade. Migliaia di persone stamattina non hanno potuto per questo motivo recarsi al lavoro.

I sindacati – appoggiati dai partiti di sinistra e dall’opposizione nel Congresso – contestano al premier che l’aumento del salario minimo e’ troppo timido, mentre si continuano a mantenere bassi i livelli pensionistici e previdenziali per quei milioni di lavoratori che non fanno parte delle organizzazioni di settore.

Contestata anche la proposta di aprire le ferrovie e il settore della difesa agli investimenti esteri, considerate scelte che “indeboliscono le aziende di stato”. Il governo pero’ ha difeso la sua linea affermando che si tratta di una strategia necessaria a ridare slancio alla crescita economica. Dal 2014 Modi ha gia’ adottato vari provvedimenti atti a favorire l’ingresso di capitali esteri. Secondo ‘The Indian Express’, lo sciopero sta tuttavia avendo un impatto ridotto in varie aree del Paese, soprattutto laddove le amministrazioni non sono guidate da partiti di sinistra.


La Bbc invece osserva che, sul numero degli aderenti allo sciopero, non stanno arrivando cifre concordanti da parte degli organizzatori. Ad esempio, all’emittente britannica il segretario generale della Citu (Centre of Indian trade union) ha riferito che almeno 150 milioni di operai non si sono recati in fabbrica, ma non sono giunte conferme da altri organismi.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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