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ROMA – “Populismo” è un termine che domina da qualche anno il dibattito politico e c’è chi sostiene che questo fenomeno minacci il progetto di integrazione europeo. Eppure “una volta arrivati al governo, i partiti populisti diventano partiti mainstream e si moderano” sottolinea Filippo Tronconi, professore di Scienza politica all’Università di Bologna, già animatore del ‘Programma di formazione del Parlamento europeo per giovani giornalisti’.
Una nuova edizione dei corsi, previsti ancora in numerosi Paesi Ue, permetterà di affrontare i nodi e le dinamiche emerse dalle elezioni europee del giugno scorso.
In Italia l’appuntamento sarà nella redazione dell’agenzia Dire, a Roma, da giovedì 26 a sabato 28 settembre. A organizzarlo, insieme con la Dire, il service di produzione audiovisiva con sede a Bruxelles Total EU.
La tesi di Tronconi è che, una volta vinte le elezioni, anche i partiti più populisti “perdono le loro caratteristiche, non praticano più una politica ‘strillata’, anti-europeista ed euroscettica, perché si rendono contro che senza l’Europa – e contro l’Europa – non si governa”. Il professore aggiunge: “Chi ci ha provato, ha fatto una brutta fine”.
Secondo Tronconi, questo accade perché ormai “i partiti sono troppo integrati nelle istituzioni europee” e “lo stiamo vedendo con il governo di Meloni” e il suo partito Fratelli d’Italia.
Ma abbandonare il populismo a favore dell’europeismo può anche accelerare il processo di integrazione? “Non credo” risponde l’esperto. “Può sicuramente normalizzare l’Ue, rendendo evidente a politici e cittadini che l’Europa è parte delle nostre vite e che le nostre decisioni devono essere coordinate anche a livello europeo”.
Al contempo, continua Tronconi, è vero che “idee come scontri frontali o uscita dall’euro sono ormai tramontate”. Insomma, si sarebbe persa quella volontà di “minare l’essenza dell’integrazione europea e di una sovranità condivisa”. A questo, però, chiarisce il docente, “non credo che corrisponda nuovo slancio all’integrazione”.
Infine, un cenno ai giovani: quanto sono consapevoli dell’importanza dell’Europa? “Gli studenti universitari con cui lavoro sono proiettati verso una dimensione transnazionale che danno per scontata (e per fortuna!), insieme con la possibilità di viaggiare o fare carriera all’estero“. Secondo Tronconi, “ciò che manca è il fatto che questi diritti non sono scontati e se oggi si sperimenta tale livello di integrazione e di capacità di scambio, almeno coi Paesi europei, è anche grazie al processo di integrazione europea” e al lavoro delle “istituzioni”.
Studenti e giovani giornalisti interessati al corso di Roma potranno presentare domanda di partecipazione, allegando il proprio cv e una lettera di motivazioni e compilando un form online disponibile in calce a questa pagina web. Per richieste di informazioni potrà essere utilizzato anche l’indirizzo email formazionegiornalistiue@agenziadire.com
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