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VILLA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA) – “Durante l’ultimo G7 Commercio a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, è stata affrontata tra i vari temi anche la questione della sicurezza e della libertà di navigazione nel Mar Rosso. Una via commerciale di importanza strategica per il commercio globale. La crisi attuale nel Mar Rosso ha messo in evidenza la necessità di interventi immediati per garantire la sicurezza delle rotte marittime. Un contesto particolarmente rilevante per l’Italia, perché una gran parte delle nostre esportazioni passa attraverso il Canale di Suez“. Così all’agenzia Dire la sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi, che ha preso parte all’appuntamento istituzionale insieme con il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “La crisi in atto – evidenzia Tripodi – ha causato danni al commercio estero italiano pari a 95 milioni di euro al giorno, per un totale di 8,8 miliardi di euro tra novembre 2023 e gennaio 2024, secondo Confartigianato. Le piccole e medie imprese italiane, che costituiscono una parte integrante dell’export manifatturiero verso Paesi extra Ue, risentono infatti significativamente dei danni legati alla libertà di navigazione del Mar Rosso. In risposta a questa crisi l’operazione Aspides è stata lanciata per ricreare condizioni di stabilità e sicurezza nella regione, proteggendo non solo il nostro sistema economico ma anche il ruolo cruciale dell’Italia come snodo centrale delle rotte commerciali internazionali. Essenziale per prevenire ulteriori disagi al settore logistico e per evitare ripercussioni negative sull’economia globale. In aggiunta a questi sforzi, stiamo attivamente coinvolgendo i nostri partner internazionali per promuovere una risposta collettiva e coordinata”.
La sottosegretaria sottolinea: “Non a caso il G7 ha dimostrato inclusività e una forte apertura al dialogo internazionale, coinvolgendo non solo i rappresentanti delle imprese, guidati dalla presidente del B7, Emma Marcegaglia, ma anche figure chiave come il direttore generale dell’Omc Ngozi Okonjo-Iweala, e il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann. Inoltre, una vasta rappresentanza di Paesi partner, tra cui India, Nuova Zelanda, Turchia, Vietnam, Brasile, Corea del Sud, Australia, Cile e Kenya, ha partecipato ai lavori, riflettendo un consenso globale sul bisogno di una risposta coordinata”. Secondo Tripodi, “per affrontare la crisi è necessaria, infatti, una cooperazione solida con i partner internazionali e un’apertura verso i Paesi terzi, creando una rete più ampia di collaborazioni e partenariati“.
La sottosegretaria evidenzia: “Come il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato, ‘in un contesto geopolitico instabile è essenziale mantenere la libertà di commercio e navigazione e per fare ciò c’è bisogno dell’impegno di tutti’. L’Italia, sotto la presidenza del G7, è impegnata a garantire che i principi di sicurezza e libertà di navigazione siano rispettati, lavorando per assicurare un elevato livello di protezione e continuità nelle operazioni commerciali. Questi sforzi sono cruciali non solo per salvaguardare i nostri interessi economici, ma anche per contribuire alla stabilità e alla sicurezza della regione, aspetti fondamentali per il commercio globale. La leadership italiana nella presidenza del G7 si impegna a promuovere soluzioni condivise e a rafforzare la cooperazione internazionale, sottolineando che la protezione delle rotte commerciali e la promozione di un commercio equo e sicuro sono priorità comuni che richiedono l’impegno collettivo di tutte le nazioni coinvolte. La dichiarazione della presidenza, nota come ‘Calabria Declaration’, rappresenta un chiaro segnale della determinazione del G7 a lavorare insieme per affrontare queste sfide e costruire un futuro di prosperità condivisa e sostenibile“.
Sul progetto umanitario ‘Food for Gaza’ che coinvolge anche il grande porto commerciale di Gioia Tauro, in Calabria, Tripodi sottolinea che “è frutto di un’iniziativa umanitaria a sostegno dei civili palestinesi vittime del conflitto in atto e lanciata dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani lo scorso marzo insieme a Fao, Pam (Programma alimentare mondiale), Ficross (Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa) e Protezione civile”. La sottosegretaria continua: “L’iniziativa dimostra come l’Italia sia costantemente presente ed attenta nei tanti contesti delicati che attualmente coinvolgono la sfera internazionale. Per tale motivo la Farnesina contribuirà al progetto con un apporto di 12 milioni di euro, cifra che aiuterà le famiglie in difficoltà a fornirsi di circa 4.000 tonnellate di beni alimentari, e prevediamo inoltre la distribuzione di pane e altro cibo preparato dalla rete di fornai di Gaza sostenuti dal Pam. In termini squisitamente numerici l’obiettivo che tale iniziativa si prefigge è di aiutare nel complesso 1,1 milioni di abitanti della Striscia, ovvero più della metà della popolazione”. Tripodi aggiunge: “Il porto di Gioia Tauro sarà un punto chiave per il trasporto degli aiuti e ciò mi riempie di orgoglio date le mie origini. Il porto che già è primo in Italia per movimentazione di container, riafferma così la sua rilevanza e strategicità anche per iniziative umanitarie. Inoltre, attraverso l’aiuto dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, in collaborazione con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Protezione civile, abbiamo recentemente fornito uno scanner all’avanguardia per il corridoio marittimo diretto verso Gaza, migliorando così la sicurezza e l’efficienza delle operazioni di consegna degli aiuti”.”Il progetto ‘Food for Gaza’ – ricorda la sottosegretaria – non rappresenta solo un intervento di emergenza, ma riflette profondamente l’impegno dell’Italia nel sostenere le popolazioni in difficoltà, in linea con la tradizione che contraddistingue il nostro Paese e come dimostrato da numerose iniziative umanitarie passate e presenti, tra cui i programmi di supporto in Siria e l’assistenza sanitaria ai rifugiati in Libano“. Tripodi aggiunge: “‘Food for Gaza’ rappresenta una continuazione di questo impegno, evidenziando il nostro profondo senso di responsabilità e solidarietà internazionale. Il nostro Paese non solo risponde prontamente alle emergenze, ma promuove anche interventi di lungo termine per sostenere la stabilità e il benessere delle comunità colpite”. Ancora la sottosegretaria: “Questo progetto sottolinea l’importanza di una risposta globale e coordinata alle crisi umanitarie, unendo sforzi internazionali per alleviare le sofferenze e migliorare le condizioni di vita di chi è in difficoltà. L’Italia continua a essere un faro di speranza e aiuto per le popolazioni più vulnerabili, confermando il nostro impegno a operare in un’ottica di umanità e cooperazione internazionale”.
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