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‘Mangiatrici di banane’, la sessuologa: “Evviva la leggerezza”

Rosamaria Spina: "Prendete il lato goliardico, divertitevi che non succede nulla"

Pubblicato:04-08-2022 14:09
Ultimo aggiornamento:04-08-2022 14:09

donna_banana festa degli uomini mangiatrici di banane
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ROMA – A nulla sono valse le petizioni per fermare la “Festa degli uomini”. Accusato di ‘sessismo’ e ‘maschilismo’, il festival delle ‘mangiatrici di banane’ è andato in scena a Monteprato di Nimis, in Friuli, lo scorso 2 agosto, portandosi dietro una valanga di polemiche. Ma non tutti sono in disaccordo con l’iniziativa. Alle ‘mangiatrici di banane’ strizza gli occhi la sessuologa Rosamaria Spina: “Un po’ di leggerezza non guasta, perché tabuizzare tutto ciò che sta intorno alla sessualità? A tutti questi commenti negativi che circolano in rete rispondo: impariamo a vivere e a vedere la sessualità con meno moralismi e più leggerezza. Oggi viviamo in una società con una moralità molto più rigida rispetto a tanti anni fa, tutto è potenzialmente suscettibile di giudizio. Dai molti video che ho visto sulle ‘mangiatrici di banane’ posso confermare che le persone che hanno partecipato alle edizioni passate si divertivano. È libera la scelta di partecipare o meno. Oggi si vuole dare rilievo a un pensiero unico- sottolinea la sessuologa- e non ne vedo né le ragioni né l’utilità. Ognuno deve vivere la sessualità a modo suo”.

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LA FESTA DEGLI UOMINI È DIVERTIMENTO, NON SESSUALIZZAZIONE

Video “brutti”, ammette ancora Spina, “ma rispecchiano una tendenza di costumi che oggi sono sessualmente più espliciti e meno legati ai dettami di tipo morale: la voglia di divertirsi e ironizzare sul vivere e percepire la sessualità. Sia negli uomini che nelle donne partecipanti emerge il divertimento, non tanto la provocazione o la sessualizzazione di determinati comportamenti. La sessualità in questo quadro non risponde ai dettami di giusto e sbagliato come criterio assoluto. In linea generale quello che mi è arrivato dai video è stato soprattutto il lato ironico, divertente e leggero dei partecipanti. Va bene anche questo”.


L’evento sarebbe stato, quindi, “male interpretato. Al di là della discutibilità ho visto persone che avevano voglia di ironizzare anche sugli aspetti legati al rapporto orale. Non sono d’accordo sui commenti di ‘maschilismo’ e ‘sessismo’. Le ragazze hanno scelto volontariamente di partecipare, non sono state obbligate. Usciamo dal meccanismo in cui se apparentemente l’uomo ha una posizione dominante, la donna di conseguenza è vittima di un sistema. La donna decide fin dove arrivare, cosa fare o cosa non fare anche nei giochi di ruolo e la complicità che si viene a creare è parte integrante del meccanismo”.

PENSARE ALL’EDUCAZIONE SESSUALE

Manifestazioni come quella di Monteprato di Nimis “non condizionano nemmeno l’apprendimento sessuale, perché la sessualità è il frutto di tanti elementi: educativo, sociale, culturale, esperienziale o economico. Anche l’educazione in famiglia può condizionare l’apprendimento di un ragazzo o di una ragazza, così come la fede religiosa. È come quando si dice che la pornografia è nociva per lo sviluppo degli adolescenti- ricorda Spina- ma la pornografia non è sbagliata in assoluto, dipende dall’uso che se ne fa”.

Il punto, per la psicoterapeuta, “è la mancanza di una educazione sessuale sana e adeguata, non delle manifestazioni. Perché preoccuparci di manifestazioni del genere se poi non vengono inseriti nella didattica corsi di educazione sessuale a scuola? In questa società c’è un atteggiamento troppo forte di divieto, poi lasciamo gli adolescenti allo sbaraglio. Ci deve essere una controparte, altrimenti il solo divieto porta spesso a comportamenti ancora più dannosi”.

TROPPI TABÙ

Probabilmente l’immagine della ragazza utilizzata nella locandina ha veicolato “un messaggio ben peggiore di quello che la manifestazione mostrava. Anche il finto rapporto orale delle ragazze inginocchiate a mangiare le banane ad altezza cintura può essere disturbante se lo consideriamo tale. Se lo consideriamo una goliardata, invece, gli togliamo gran parte dell’importanza che gli è stata data. Nei confronti della sessualità ci sono spesso delle esagerazioni- aggiunge la sessuologa- in realtà le problematiche nascono proprio da una eccessiva tabuizzazione”.

La festa degli uomini è nata nel 1977 per affrontare il tema della denatalità. “Eravamo molto più aperti mentalmente, negli anni ’70 e ’80. Allora abbiamo avuto la legge sull’aborto, la legge sulla riattribuzione di sesso, mentre oggi stiamo rischiando di fare un passo indietro. C’è qualcosa che non sta funzionando. Il divieto non aiuta ad avere uno sviluppo sano e adeguato, servono invece programmi di prevenzione sulle gravidanze indesiderate e le malattie trasmissibili. La sifilide e l’HIV sono in aumento ma non se ne parla più. È inutile indignarci per questa manifestazione, prendete il lato goliardico, divertitevi che non succede nulla. Se i ragazzini rimangono interdetti diamo loro delle spiegazioni adeguate- conclude- non è vietando manifestazioni che risolviamo il problema”.

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