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Minori, storia di P.: “Domani ci portano in casa famiglia, per ctu io simbiotica”

Speciale mamme coraggio - La storia di P., mamma che vive vicino Parma con suo figlio di 6 anni, che chiede aiuto dopo una decisione del Tribunale del 30 luglio

Pubblicato:02-08-2020 18:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:43
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bimbo violenza
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ROMA – “Ho bisogno di aiuto, domani alle 8 vengono a prendere me e mio figlio e ci porteranno in una casa famiglia della Lombardia”. A scrivere di suo pugno questa lettera e a lanciare una richiesta di aiuto alla Dire è P., mamma che vive vicino Parma con suo figlio di 6 anni.

A stabilire questo trasferimento, con un decreto del 30 luglio, è il Tribunale ordinario di Parma, che prevede anche che “possano essere divisi per permettere riallineamento con il padre rifiutato”. Una collocazione peraltro molto distante da dove P. lavora e il bambino ha il suo mondo.

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“La sventura giudiziaria- racconta P. alla Dire- inizia nel 2017 quando decido di denunciare il mio ex, padre del bambino, per violenza. Nell’immediatezza della denuncia ero stata collocata in casa protetta col bimbo. Dopo circa 20 giorni, il Servizio sociale della Pedemontana Sociale propone una mediazione familiare e il ripristino della figura genitoriale del padre, in nome della bigenitorialità, noncurante della denuncia penale.

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Le denunce verranno poi archiviate, tranne una…” e P. finirà sotto Ctu: “Una prima parlerà di rapporto simbiotico, una seconda di patto di lealtà tra me e il bimbo, noncurante dei racconti di abusi da parte di mio figlio”. E’ questa l’altra parte della storia: l’unica denuncia non archiviata per la quale a settembre si celebrerà l’udienza è proprio quella degli abusi sul minore da parte del padre.

“Agli incontri con il padre il bambino- racconta P.- non vuole andare. Si dispera e dice di avere paura”.

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“Va precisato che gli incontri erano stati sospesi dallo stesso Servizio perché disturbanti per il minore, poco prima del suo ricovero. Riprendere gli incontri con il padre, in prossimità di un incidente probatorio, è quantomeno assurdo. Il minore va preservato da qualsiasi trauma che possa minare la genuinità dell’audizione”.

Queste le parole dell’avvocata Isabella Giampaoli, raggiunta dalla Dire sul caso, penalista del foro di Pesaro, impegnata in questo ambito da tempo, e che ha un’associazione antiviolenza, Bias, “nata per contrastare violenza e pregiudizio”.

“Solo a settembre prossimo sarà appunto celebrata l’udienza e verso ottobre avverrà l’incidente probatorio. Vari specialisti tuttavia confermano- dice Michela Nacca, presidente di Maison Antigone che ha visionato il caso insieme a tante altre storie che arrivano ogni giorno- che il bambino ha sintomi di abuso e che la madre è solo protettiva. A settembre 2018- per fare un altro esempio scrive ancora Nacca- si appurò che il piccolo aveva una polmonite in corso solo grazie alle insistenze materne ad ospedalizzarlo e solo così si scoprì che il bambino aveva anche un versamento pleurico grave”.

P., che oggi vede “sospesa la sua autorità genitoriale”, ha denunciato servizi sociali e avvocata di controparte per conflitto di interesse, ma si è ritrovata “imputata di calunnia- come lei stessa scrive- per mano del procuratore capo della procura di Parma”.

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