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Agricoltura, chi ricorre ai “caporali” perderà i fondi Ue

Il protocollo d'intesa è promosso dalla Regione Toscana. Le aziende che non rispettano le regole sulla sicurezza non potranno accedere ai finanziamenti Ue

Pubblicato:02-08-2016 16:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:57

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Caporalato02FIRENZE – Le aziende agricole che non rispettano le regole sulla sicurezza non potranno accedere o mantenere i finanziamenti europei. Questo uno dei punti chiave del protocollo d’intesa promosso dalla Regione per contrastare sfruttamento e illegalità in agricoltura attraverso interventi di tutela e promozione dei diritti dei lavoratori, che sarà firmato prossimamente con Inps, Ministero del lavoro, Inail, Cgil, Cisl, Uil, Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative toscane. Oltre a questo, sono previsti raccolta di dati, potenziamento e integrazione negli interventi di ispezione, prevenzione e controllo, elenchi ufficiali di fornitori e prestatori di opera, promozione e valorizzazione delle aziende virtuose.

Il testo del protocollo, proposto dagli assessori con delega al Lavoro, Cristina Grieco e all’Agricoltura, Marco Remaschi è stato approvato dalla Giunta regionale e fa seguito a numerosi interventi della Regione e del presidente Enrico Rossi in prima persona per coinvolgere il governo nazionale e la Ue, con una proposta di modifica dei meccanismi di erogazione dei contributi agricoli. “Proprio ieri- commenta Rossi- il Senato ha approvato il ddl sul caporalato e quella corresponsabilità dell’impresa che avevamo chiesto, ora c’è. I valori della Toscana sono da sempre quelli dell’accoglienza, della solidarietà, del rispetto dei diritti e il caporalato deve essere combattuto con forza e rigore”. L’impegno ora prosegue in sede europea.

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“L’Europa che tutto norma, dalla compatibilità ambientale alla tutela della salute e del benessere animale, nel caso di sfruttamento del lavoro non prevede assolutamente nulla- ricorda Rossi-. Spero che venga consentito il blocco dei contributi alle imprese che si avvalgono di lavoro sfruttato e illegale. Bisogna valorizzare chi opera nella legalità e non possiamo affrontare questo problema senza coinvolgere il mondo delle imprese”. Il protocollo, sperimentale, è finalizzato, nel rispetto dei ruoli istituzionali ricoperti da ciascun attore, ad attivare concreti interventi a tutela e promozione dei diritti contrattuali dei lavoratori e delle imprese agricole in regola. Il protocollo, una volta firmato, avrà validità sino al 31 dicembre 2017, e potrà essere prorogato o riproposto, previa verifica dei risultati prodotti.

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