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Zuppi: “Disarmare i terroristi, l’Islam è con noi”

In Chiesa con l'Imam. La commemorazione della strage del 2 agosto è diventata una grande manifestazione di condanna contro ogni forma di terrorismo

Pubblicato:02-08-2016 14:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 08:57

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zuppi_imam

BOLOGNA – La commemorazione della strage del 2 agosto 1980, a 36 anni dalla bomba in stazione a Bologna, è diventata oggi una grande manifestazione di condanna contro ogni forma di terrorismo. E la partecipazione della comunità islamica, sia al corteo sia alla messa in suffragio delle vittime nella chiesa di San Benedetto, “è motivo di speranza per tutti, per continuare a disarmare le mani dei violenti e dissociarci da qualunque complicità col male. Per dire che niente può giustificare la violenza e chi usa la violenza in nome di Dio bestemmia. E basta”. A dirlo è l’arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, durante l’omelia, ringraziando la comunità musulmana presente in chiesa.

Un legame suggellato sia con una stretta di mano al momento dello scambio del segno di pace, durante la funzione, sia con un molto più profano selfie insieme all’imam Said Mahdi al termine della messa.


“Mi ha molto colpito che l’imam di Rouen abbia dato la sepoltura islamica ai due assassini di padre Jacques”, sottolinea Zuppi nel corso dell’omelia, citando per contro la “scelta faticosa che la Chiesa ha fatto di scomunicare i mafiosi, che non c’entrano niente con il cristianesimo”.

La presa di distanza dell’imam del centro di cultura islamico di via Pallavicini

“L’Isis non c’entra nulla con l’Islam- scandisce Mahdi, prima della messa- i terroristi non sono musulmani. Noi condanniamo completamente tutti i tipi di terrorismo, non solo quanto successo in Europa ma qualsiasi forma di terrorismo in tutto il mondo”. E il direttore del centro, Adel Sd Deeb, aggiunge: “Il terrorismo colpisce tutti, molte vittime sono musulmane. Il terrorista non distingue, ha una mente malata. Noi condanniamo questi atti criminali, non solo con le parole ma anche coi fatti”.

Anche oggi, dunque, Zuppi ribadisce che “l’unica via è il dialogo”. E “onorare le vittime del terrorismo è anche continuare a scegliere di disarmare i violenti con la fraternità, con la forza dell’impegno e dell’incontro”. Secondo l’arcivescovo, “di fronte a ogni forma di terrorismo dobbiamo sperimentare quell’istintiva fraternità che unisce i cristiani ai credenti”, la stessa che “manifestò Bologna quel 2 agosto 1980, quando istintivamente ci si trovò dalla stessa parte. Non dobbiamo mai dimenticarlo, perchè il ‘salva te stesso’ diventa complice del male. Non ci si salva da soli”.

Appena arrivato a Bologna, nel giorno del suo insediamento come nuovo arcivescovo, Zuppi scelse di fare la prima tappa in città proprio in stazione, per pregare davanti alla lapide che riporta il nome delle 85 vittime della strage. “Senza questa ferita non capiamo la vita della città- spiega Zuppi- e più passano gli anni più ne sentiamo la drammaticità, la paura, il dolore, l’ingiustizia e l’insopportabile silenzio di chi deve delle spiegazioni”. E ancora oggi, dopo 36 anni, “ne sentiamo ancora profondamente l’orrore, non solo ripensando a quel giorno terribile, ma anche rivivendolo ogni volta che la mano vigliacca del terrorismo colpisce”.

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Al termine della messa, l’arcivescovo aggiunge: “Oggi siamo tutti familiari delle vittime, non credo ci sia gelosia”. Poi, sceso dall’altare, Zuppi ha salutato e stretto le mani a tutti i parenti presenti in chiesa. Sentito e commosso l’abbraccio con la vicepresidente dell’associazione del 2 agosto, Anna Pizzirani, che ha ringraziato il vescovo per le parole pronunciate durante l’omelia.

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