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Covid, la variante delta al 22,7% negli ultimi sette giorni

Brusaferro: "Monitorare con grande attenzione e completare al più presto il ciclo vaccinale"

Pubblicato:02-07-2021 17:13
Ultimo aggiornamento:03-07-2021 12:28

silvio brusaferro
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ROMA – “Nell’ultima settimana la cosiddetta ‘variante Delta’ (B.1.167.2) è arrivata al 22,7% dei casi, a fronte di una calo di quella ‘Alfa’ che retrocede al 57,8 rispetto all’88,1%, secondo i dati dell’ultima rilevazione del 18 maggio”. A dirlo è una nota dell’Istituto superiore di sanità.

“La Delta aveva infatti una prevalenza tra lo 0 e il 70,6% in 16 Regioni secondo la stima fatta da una nuova indagine rapida condotta dall’ISS e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. L’indagine integra le attività di monitoraggio di routine – spiega la nota – e non contiene quindi tutti i casi di varianti rilevate ma solo quelle relative alla giornata presa in considerazione. Al 22 giugno la prevalenza della ‘variante Alfa’ (B.1.1.7) di SARS-CoV-2 era del 57,8%, in calo rispetto al dato del 18 maggio, con valori oscillanti tra le singole Regioni tra il 16,7% e il 100%. Alla stessa data – continua la nota – la ‘variante gamma’ (p.1) aveva una prevalenza pari all’11,8%, con un range tra lo 0 e il 37,5%.

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La cosiddetta ‘variante Kappa’, ad esempio, uno dei sottotipi di B.1.617 (B.1.617.1), non è stata trovata nella flash survey – si fa riferimento a quella del 18 maggio – ma diversi casi sono stati segnalati sulla piattaforma integrata che invece raccoglie le analisi giorno per giorno”.

La crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione – afferma il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro nella nota – È fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione”.

“Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus – si spiega nella nota. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine le 21 Regioni/PPAA e complessivamente 113 laboratori e sono stati sequenziati 772 campioni, la quasi totalità di quelli eleggibili per la survey nella giornata scelta. Queste le principali riflessioni emerse – prosegue la comunicazione dell’Iss – nel contesto italiano, in cui la campagna di vaccinazione non ha ancora raggiunto coperture sufficienti in tutte le fasce di età, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante. Mentre la variante Alfa (B.1.1.7), se pur ancora predominante, vede diminuita la sua stima di prevalenza a livello nazionale, dall’indagine si evince che la variante Gamma (P.1 e suoi sottolignaggi) ha una prevalenza in leggero aumento rispetto alla precedente indagine e che la variante Delta (B.1.167.2) è in aumento. Rispetto a questo dato bisogna però considerare che la prevalenza potrebbe essere sovrastimata a causa della presenza di numerosi focolai (che vengono identificati e quindi indagati in maniera più estesa) nelle varie Regioni/PPAA Italiane”.

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“Nell’attuale scenario europeo e nazionale – sottolinea l’Iss – caratterizzato dalla circolazione di diverse varianti, è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti di SARS-CoV-2 ed in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità o con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria”.

L’Istituto raccomanda, infine, che “al fine di contenerne ed attenuarne l’impatto, è importante mantenere l’incidenza a valori che permettano il sistematico tracciamento della maggior parte dei casi positivi e il sequenziamento massivo di SARS-CoV-2 per individuare precocemente e controllare l’evoluzione di varianti genetiche nel nostro Paese“.

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