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VIDEO | Coronavirus, Palmisano (Assobiotec): “Da biotecnologia risposte alla pandemia”

"Al tavolo al Mise chiederemo meno burocrazia, toglieteci i sassi dallo zaino"

Pubblicato:02-07-2020 14:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:35

medici
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https://youtu.be/YigpGfGHcVc

ROMA – Il biotech significa tante cose: salute, agricoltura, ambiente e processi industriali con ricadute concrete nella ricerca e nell’innovazione tecnologica che rappresentano il motore per lo sviluppo economico e sostenibile del nostro Paese. L’epidemia di Coronavirus inoltre ha avuto il merito di far capire agli italiani quanto il progresso, la ricerca e le competenze siano essenziali non solo per la crescita culturale di un paese ma fondamentali per salvare la vita delle persone. L’agenzia di stampa Dire ha raggiunto Riccardo Palmisano, Presidente di Assobiotec Federchimica per ragionare su quanto il settore oggi si ponga come leva per la trasformazione e l’innovazione del Bel Paese.

Il Biotech come spinta per la ripartenza per il Paese: qual è il ruolo delle biotecnologie oggi e in particolare quello di Assobiotec in questo panorama?


“Nella fase di emergenza la biotecnologia ha fornito una serie di risposte che il Paese e il mondo si aspettava applicati in diversi ambiti dal sequenziamento del genoma del virus all’individuazione dei mezzi diagnostici, dal test sierologico per i pazienti contagiati alla ricerca di un vaccino che oggi, viste le notizie dall’Italia e dal mondo fa ben sperare. Insomma la risposta a queste domande è sicuramente biotecnologica. Il ruolo di Assobiotec è quello di rappresentare l’insieme delle industrie biotecnologiche che lavorano in Italia non solo nell’area salute ma anche dell’agroalimentare e dell’ambiente perché questa pandemia ci ha insegnato che non dobbiamo solo pensare solo alla salute della popolazione ma anche a quella del pianeta”.

– La pandemia ha influito sul far comprendere a stakeholder, istituzioni e grande pubblico il ruolo chiave che svolgono le biotecnologie in Italia. Se arriveranno fondi come impiegarli al meglio nel settore dell’innovazione e della ricerca?

“Pensiamo che questa pandemia, che tutti avremmo voluto evitare abbia dato anche qualche effetto colleterale positivo come togliere quell’area anti-scientifica e anti- innovazione che spesso permea il nostro Paese. Gli scienziati, non solo i virologi e clinici oggi sono diventati degli influencer quando prima li conosceva solo una ristretta cerchia di addetti ai lavori. Queste ingenti risorse mai viste prima allora potremmo indirizzarle lungo tutto il viaggio che parte dal ‘bancone del laboratorio fino al letto del paziente’. Bisogna sicuramente investire in tutte quelle aree ad alto ritorno d’investimento considerando che il biotec è considerata dagli analisti l’area su cui investire di più nei paesi industrializzati”.

– Parteciperete al tavolo della salute indetto dal Mise, su quali tematiche solleverete l’attenzione?

“Il Mise ha indetto un tavolo coinvolgendo gli stakeholder tra cui Assobiotec. Sono state identificate delle verticali e che sono la ricerca, la sburocratizzazione e il piano industriale. Noi lavoreremo esattamente seguendo le loro indicazioni e ampliando il progetto nel senso della ricerca-sviluppo-innovazione. L’innovazione non riguarda solo il prodotto ma anche il processo e la produzione. Noi non chiediamo soldi a pioggia o aiuti di Stato ma chiediamo di semplificarci la vita. Un grandissimo immunologo italiano, scalatore e amante della montagna diceva ‘toglieteci i sassi dallo zaino’. In Italia siamo bravi ma appesantiti da una burocrazia che prescrive norme più restrittive rispetto agli altri paesi oppure ha delle interpretazioni di norme europee più restrittive degli altri e che ci rendono meno competitivi. Serve una semplificazione mirata nei vari ambiti e noi indicheremo precisamente dove agire per essere più appetibili rispetto ai nostri concorrenti, e non penso agli stati Uniti o il Giappone, ma certamente i principali Paesi Europei, la Svizzera, Israele, che oggi sanno attirare più capitale e più impresa rispetto all’Italia, tutto questo necessita di un piano industriale.. Questo perché non siamo accademici ma industriali e pensiamo all’aumento del Pil, del gettito fiscale e dell’occupazione qualificata”.

– Assobiotec ha organizzato un percorso costituito da 4 tavoli tecnici, altrettante dirette live social e un grande evento conclusivo il 9 novembre 2020. Di che cosa si tratta e quali sono gli obiettivi?

“Si tratta di una iniziativa che si protrarrà durante tutto l’arco dell’anno 2020 con quattro appuntamenti. Siamo partiti con un primo incontro che restituisce una visione ad ombrello di quanto le biotecnologie concorrano al rilancio del Paese. Seguiranno un tavolo di lavoro sulle Scienze della vita, che non vuol dire solo terapie ma anche diagnostica e prevenzione. L’altra puntata verterà sulla bioeconomia e il Green Deal europeo. Dopo la pausa estiva ci riuniremo nuovamente per condividere e validare i contenuti emersi durante i lavori  per poi arrivare all’ultimo appuntamento di novembre a presentare un vero e proprio documento di posizione da dare ai decisori politici per inserire la biotecnologia, in tutte le sue aree di applicazione, tra gli elementi chiave per un piano di sviluppo dell’Italia. In questo percorso non volevamo essere autoreferenziali per questo abbiamo coinvolto e coinvolgeremo nelle future tappe diversi stakeholder del mondo biotech e rappresentanti istituzionali per fare insieme un percorso condiviso”.

 

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