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Dl semplificazioni, è scontro sull’abuso d’ufficio. Italia viva: “Norma su misura per Appendino e Raggi”. Ma il Pd smentisce

È durato più di due ore il terzo tavolo a Palazzo Chigi sul dl semplificazioni. Ma sull'abuso d'ufficio, secondo alcuni partecipanti, è impasse e non si sono fatti passi avanti. Il Pd smentisce lo scontro

Pubblicato:02-07-2020 11:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:35

renzi
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 ROMA – A quanto si apprende è sull’abuso d’ufficio il nuovo campo di battaglia in maggioranza. Mentre è in corso la riunione a Palazzo Chigi le posizioni sulla norma del dl semplificazione sono quanto mai distanti. Conte e Leu difendono la riforma che limita l’abuso di ufficio ai soli casi che non prevedono discrezionalità interpretative. Si tratta di un modo per sollevare gli amministratori da procedimenti giudiziari che poi solo in una minima percentuale di casi terminano con una condanna.

Al tavolo di palazzo Chigi il Pd propone una drastica revisione del reato, mentre il M5s non prende posizione.

E’ Italia viva, invece, a sbarrare la strada avanzando il dubbio che si arrivi ad una norma ad personam, visto che i sindaci pentastellati Appendino e Raggi sono accusati del reato oggetto della riforma con il dl semplificazioni. La posizione dei renziani è di sbloccare i cantieri ma non per via giudiziaria, per giunta con decreto, ma intervenendo sull’iter autorizzatorio.


Si è chiuso dopo due ore con pochi progressi il terzo tavolo a Palazzo Chigi su quella che il premier Giuseppe Conte descrive come la ‘madre di tutte le riforme’. Le voci dei protagonisti, i rappresentanti dei partiti di maggioranza, sono dissonanti. Per il Pd con Franco Mirabelli e Chiara Braga è stata “raggiunta un’intesa di massima sul tema dell’abuso d’ufficio”.

Il Pd smentisce fonti che all’agenzia Dire riferivano uno scontro al tavolo di palazzo Chigi sulla norma che circoscrive l’abuso d’ufficio ai soli casi che non prevedono discrezionalità interpretative. In ipotesi si tratta di un modo per sollevare gli amministratori da procedimenti giudiziari che poi solo in minima parte terminano con una condanna. Italia viva avrebbe obiettato che si stava cancellando un reato peraltro con decreto e con il forte sospetto che servisse ai sindaci pentastellati Appendino e Raggi, accusati del reato oggetto della riforma con il dl semplificazioni. Mirabelli smentisce e aggiunge che il testo è cambiato con la previsione di una esimente che prescrive la chiara sussistenza dell’interesse pubblico preminente.

Non dello stesso parere Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato. “Non abbiamo fatto passi avanti. Sull’abuso d’ufficio siamo alla situazione di ieri”, spiega de Petris. Per il Pd la principale questione sul tavolo è quella dell’articolo sugli appalti sopra soglia e in generale il tema dell’accelerazione delle opere. E’ cambiato rispetto alle bozze circolate il testo sul danno erariale. “Stiamo scrivendo il decreto insieme, ora tocca al preconsiglio. Noi ci fermiamo”, aggiunge.

Loredana De Petris di Leu sottolinea invece che ci sono numerose questioni aperte. A cominciare dall’articolo 10, quello che in origine conteneva le norme sul condono. “E che ora continua a ospitare norme per noi inaccettabili come quelle che consentono le ricostruzioni in deroga, senza mantenere le stesse sagome: non c’è l’esclusione dei centri storici e di tessuti urbani consolidati. Si capisce bene che impatto può avere. Poi ci sono anche altre norme che vanno sistemate. Sugli appalti c’è stata una riformulazione, si è lavorato questa mattina, ma ancora ci sono opinioni diverse“. Per quanto riguarda l’abuso d’ufficio “la discussione è stata sospesa perchè non c’era il ministro. In conclusione, del decreto si è fatta solo la parte sul digitale. Adesso tocca al preconsiglio. Io sono solo capogruppo parlamentare”.

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