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Il Governo approva il decreto anti-infrazione: accantonati 1,5 miliardi

Il Mef: "Taglio al deficit di 7,6 miliardi senza penalizzare la crescita"

Pubblicato:02-07-2019 06:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:28
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ROMA – – Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato un decreto legge recante misure urgenti in materia di miglioramento dei saldi di finanza pubblica, con il quale si dispone l’accantonamento per un importo pari ad almeno a 1,5 miliardi di euro per l’anno 2019 delle dotazioni di bilancio in termini di competenza e cassa. Lo riferisce la nota di Palazzo Chigi.

Gli accantonamenti sono disposti, prevalentemente, sulle disponibilità dei Fondi da ripartire che non risultano ancora finalizzate per la gestione. Per consentire alle Amministrazioni centrali dello Stato la necessaria flessibilità è comunque consentita, con decreti del Ministro dell’economia e delle finanze da comunicare alle Camere, su richiesta dei ministri interessati, la possibilità di rimodulare i predetti accantonamenti nell’ambito degli stati di previsione della spesa, garantendo comunque la neutralità degli effetti sui saldi di finanza pubblica.

Il Cdm, inoltre, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato due disegni di legge relativi, rispettivamente, al Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per il 2018, parificato dalla Corte dei conti nell’udienza a Sezioni riunite tenutasi il 26 giugno 2019, e all’assestamento del bilancio di previsione dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2019. Il Rendiconto prende atto dei risultati conseguiti nel decorso esercizio, nell’evoluzione dei conti pubblici. Il Rendiconto generale dello Stato viene presentato nelle sue componenti del Conto del bilancio e del Conto del patrimonio. Il saldo netto da finanziare per la competenza dell’anno, in termini di accertamenti e impegni, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, risulta pari a -19.986 milioni di euro, derivante da entrate finali accertate per 591.612 milioni di euro e da spese finali impegnate per 611.597 milioni di euro; l’avanzo primario si cifra in 49.199 milioni di euro. Entrambi i saldi denotano un sensibile miglioramento rispetto alle previsioni iniziali stabilite con la legge di bilancio 2018. Il disegno di legge riguardante l’assestamento del bilancio di previsione per il 2019, riporta l’impostazione per missioni, programmi e azioni approvata con Legge 30 dicembre 2018, n. 145. I dati del provvedimento recepiscono l’effetto del quadro macroeconomico contenuto nel Def e le più recenti informazioni risultanti dal monitoraggio di finanza pubblica. Nel complesso, le entrate finali registrano una diminuzione di circa 1 miliardo di euro, quale risultato della riduzione di 6,7 miliardi delle entrate tributarie e dell’aumento di 5,7 miliardi delle altre entrate. Le spese evidenziano una riduzione netta di circa 2,9 miliardi di euro di competenza e 4,4 miliardi di cassa. L’assestamento del bilancio, in termini di competenza, mostra pertanto un miglioramento di circa 1,9 miliardi di euro del saldo netto da finanziare di competenza e 3,4 miliardi di cassa.


“Quest’anno l’indebitamento netto dell’Italia si ridurrà di 7,6 miliardi rispetto alle previsioni del Def di aprile per effetto dei provvedimenti adottati dal Governo. Senza per questo penalizzare l’impegno del Governo a favore della crescita economica, della coesione sociale e della stabilità finanziaria del Paese, tutte priorità che verranno confermate anche nella prossima Legge di bilancio 2020″, comunica il Mef.

“Il conseguente aggiustamento strutturale di bilancio sarà pari a oltre 0,3 punti percentuali di PIL (a fronte di un peggioramento di 0,2 punti percentuali previsto nell’accordo di dicembre)”, prosegue il Mef, in una nota. “I provvedimenti varati creano le condizioni per rendere ingiustificato l’avvio di una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia. Le misure appena approvate saranno quindi inviate a Bruxelles”. Più specificatamente nel 2019, “il conto delle Pubbliche Amministrazioni registra maggiori entrate tributarie e contributive per 3,5 miliardi di euro e maggiori entrate non fiscali – che comprendono gli utili e i dividendi – per ulteriori 2,7 miliardi. Dal lato delle spese, l’assestamento alloca maggiori risorse (1,15 miliardi) per finanziare l’integrazione del Fondo sviluppo e coesione, il finanziamento del TPL per 300 milioni, l’integrazione delle risorse per la misura “Card diciottenni” e per il funzionamento dell’Agenzia dell’entrate. Ulteriori risorse, per complessivi 204 milioni di euro netti, sono associate al Fondo politiche sociali, al funzionamento delle Università e al Fondo per il diritto allo studio. Tali maggiori spese sono parzialmente compensate da minori spese per erogazioni associate alle deferred tax assets (DTA) e minori interessi”.

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