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Alla Baldini di Roma libri per l’infanzia di tutto il mondo

Questo istituto librario, nel cuore dei Parioli, ha visto passare sui suoi banchi diverse generazioni tra lettura libera e preparazione di esami e tesi

Pubblicato:02-06-2022 13:13
Ultimo aggiornamento:02-06-2022 17:22

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ROMA – C’è un luogo nel cuore dei Parioli, a Roma, dove le studentesse e gli studenti delle università capitoline studiano, si incontrano, si conoscono. E a volte si innamorano. Arrivano la mattina presto per aggiudicarsi un posto, perché spesso la Sala lettura della Biblioteca Baldini diventa presto sold out. E non da oggi, perché questo istituto librario ha visto passare sui suoi banchi diverse generazioni. La lettura libera, la preparazione degli esami, la stesura della tesi. È così dal 1962, anno della sua fondazione come sede dell’Ente nazionale Biblioteche scolastiche e popolari, che tra i suoi presidenti annoverava anche Antonio Baldini, giornalista coltissimo già direttore della Quadriennale di Roma e redattore per la nota rivista letteraria Nuova Antologia.

Baldini morì proprio nel 1962 e così si decise di dedicare la nuova Biblioteca a lui e alla sua opera. Intestazione rimasta anche quando l’Ente è stato soppresso e la Baldini, con la nascita del ministero dei Beni culturali, alla fine degli anni Settanta, è entrata a far parte delle Biblioteche pubbliche statali. “Ma è sempre rimasta una biblioteca di quartiere, frequentata molto da giovani, studenti universitari soprattutto. Una specie di luogo di ritrovo intellettuale dove si veniva sia a studiare con i libri propri, sia a studiare per gli esami universitari, trovandovi la bibliografia necessaria”, racconta all’agenzia Dire Umberto D’Angelo, direttore ad interim della Baldini.

La fama di questa Biblioteca è di un luogo di ritrovo, di conoscenza, di amicizie, di chiacchiere. Ma anche questa può essere una funzione utile e importante, una funzione sociale della biblioteca che viene rafforzata da questo luogo”, sorride il direttore.
Oltre 140mila volumi moderni compongono il patrimonio librario della Baldini, insieme a 400 periodici, di cui 52 correnti. “La Biblioteca contiene anche dei Fondi di una certa importanza- spiega D’Angelo-, come il Fondo Paolo Monelli, un giornalista che aveva partecipato come alpino alla Prima guerra mondiale, ma era un uomo molto erudito ed era anche un appassionato fotografo”. Con i suoi circa undicimila volumi e seimila fotografie, dagli anni della Prima guerra mondiale fino agli anni Sessanta, quello di Paolo Monelli rappresenta uno dei Fondi più importanti della Biblioteca. “Sono volumi che riguardano la storia, la letteratura e tutti i suoi interessi”. Tra cui l’arte, perché Monelli era sposato con Palma Bucarelli, mitica direttrice della Galleria nazionale di Arte moderna dal 1942 al 1975. “Fu lei a coinvolgere Monelli nel mondo artistico italiano, contribuendo a completarne la figura di intellettuale. “Per questo il suo Fondo, posseduto dalla Biblioteca Baldini, è molto importante per avere una visione del XX secolo sia dal punto di vista del materiale librario, sia dal punto di vista del materiale documentario, ma anche di quello fotografico”.


Dagli scatti in bianco e nero di Monelli ai coloratissimi e animatissimi libri della Bif, la Biblioteca internazionale del fanciullo. “È un Fondo che raccoglie circa cinquemila libri per bambini provenienti da 60 Paesi del mondo, una bellissima raccolta. È chiusa ed è consultabile- spiega il direttore- ed è veramente uno spaccato interessante di tutte quelle pubblicazioni per bambini e ragazzi che sono state fatte nei decenni passati in tantissimi Paesi”. In 40 lingue, il Fondo contiene le favole più amate dalle bambine e dai bambini, dal burattino più famoso di sempre, il nostro Pinocchio, all’universalmente temuto Barbablu. Colori, disegni e illustrazioni arricchiscono i volumi della raccolta in via di digitalizzazione. Sono infatti già oltre duemila i libri scansionati, appartenenti a 19 sezioni del Fondo provenienti da Italia, Bulgaria, Cecoslovacchia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Polonia, Spagna, Argentina, Bolivia, Canada, Cile, Colombia, Cuba, Messico, Perù, Stati Uniti, Australia e India.

Rinnovata negli spazi e negli arredi, la Baldini continua ad alimentare le sue raccolte con nuove acquisizioni. Non solo riviste, periodici e volumi, in biblioteca arrivano anche nuovi fondi. “L’ultimo è quello dedicato a Massimo Bordin, un giornalista importante che è stato il direttore di Radio radicale fino al 2019, l’anno della sua morte”, ricorda D’Angelo. E proprio Radio radicale ha deciso di donare il fondo librario e documentale di Bordin, seguitissimo grazie anche alla sua rassegna stampa. “Si tratta di materiale molto importante che è stato consegnato alle due Biblioteche che potevano meglio rappresentare e conservare questa collezione: la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea e la Biblioteca Baldini. Il patrimonio di Massimo Bordin è un affresco, uno spaccato di tutta la storia italiana dagli anni Settanta a oggi della politica nazionale e internazionale. Sono libri e documenti che rappresentano insieme la vita, la cultura e lo spirito di questo giornalista importante e la nostra storia contemporanea. Per questo- così infine il direttore- si inquadra molto bene nel patrimonio complessivo di questa Biblioteca”.

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