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Arti marziali come terapia di supporto per i bimbi malati di cancro

Il corso arriva al Gemelli grazie alla collaborazione con l’associazione internazionale 'Kids Kicking Cancer'

Pubblicato:02-06-2018 15:46
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:57
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ROMA – Arti marziali come terapia di supporto per i pazienti dell’Oncologia pediatrica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs grazie alla collaborazione con l’associazione internazionale ‘Kids Kicking Cancer’ (Kkc). Per festeggiare la nuova edizione del corso di karate per i piccoli degenti malati di tumore, martedì 5 giugno, alle 11, il presidente mondiale e fondatore di Kkc, Rabbi Elimelech Goldberg (Clinical Assistant Professor Dipartimento di Pediatria, Wayne State University School of Medicine di Detroit) nel corso del suo tour italiano negli ospedali pediatrici dove opera Kkc, farà visita ai bambini ricoverati, alle loro famiglie e al personale medico e sanitario del reparto oncologico del Gemelli.

‘Rabbi G’, come viene chiamato da tutti e dai bambini di Kkc, oltre a essere un bravissimo medico e docente universitario, è cintura nera nell’arte marziale coreana Choi Kwang Do e rabbino emerito alla Young Israel di Southfield (Michigan) dove ha servito per circa 20 anni. Il professor Goldberg ha perso una figlia di 2 anni a causa della leucemia: proprio in seguito a questo immenso dolore e nella ricerca di azioni concrete per aiutare chi sta soffrendo ha intuito il potenziale enorme che i principi più alti e profondi delle arti marziali possono avere sui bambini ricoverati e sulle loro famiglie. Per questo nel 1999 ha fondato l’associazione ‘Kids Kicking Cancer’, che ha diffuso le arti marziali in Michigan, California, Florida e New York. Fuori dagli Stati Uniti ‘Kids Kicking Cancer’ è attiva a Windsor & London, Ontario, in Israele e in Italia, primo Paese in Europa, nelle città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bari, Palermo, Rimini, Parma, Pavia, Bergamo e Brescia.

“Sin dalla sua nascita- spiega la psico-oncologa Antonella Guido- l’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli ha garantito ai piccoli pazienti affetti da patologie oncologiche e alle loro famiglie un sostegno psicologico come risposta al trauma legato alla diagnosi, al trattamento e alla prolungata ospedalizzazione. Il Servizio psicologico si è posto come obiettivo quello di offrire un supporto e un orientamento all’intero nucleo familiare per migliorare la qualità di vita del bambino e della sua famiglia durante il periodo della cura. Nel corso degli anni è stato necessario adeguare le strategie di sostegno ai protocolli terapeutici e ai tempi di degenza prolungati.


Da questa esigenza è scaturita l’idea di individuare e coordinare diverse ‘aree satellite’ finalizzate a favorire una migliore qualità di vita dei bambini e degli adolescenti ospedalizzati. Tra queste attività è stato attivato diversi anni fa, grazie all’Associazione Kids Kicking Cancer, un corso di Karate per insegnare ai piccoli pazienti le tecniche e la filosofia delle arti marziali”.

“Molti studi clinici- afferma il professor Antonio Ruggiero, direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica della Fondazione Gemelli- hanno evidenziato l’importanza di intervenire con attività motorie sui bambini affetti da cancro o da malattie croniche. Dopo la diagnosi oncologica l’esercizio fisico e il recupero di un rapporto ‘positivo’ con il proprio corpo possono avere molti effetti benefici. Gli esercizi di movimento insegnati durante questi laboratori da Istruttori specializzati favoriscono la riattivazione muscolare e articolare, la stimolazione dell’equilibrio, della coordinazione e della bilateralità. Naturalmente ai bambini viene insegnato anche a trarre beneficio dalle basi più profonde della tradizione delle arti marziali, ovvero dalla respirazione e dal rilassamento, imparando a gestire meglio il dolore, a trovare maggiore coraggio, determinazione e serenità interiore per affrontare la malattia e le terapie a cui devono sottoporsi. I bambini acquisiscono in pratica un potente strumento di autocontrollo e di consapevolezza della propria forza interiore che, attraverso il respiro, il rilassamento e la visualizzazione di situazioni e luoghi piacevoli contribuisce a migliorare la loro qualità di vita durante l’ospedalizzazione”.

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