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ROMA – Era il 2006 quando si presentò sul palco del Concertone a Roma e ieri, a 17 anni di distanza dalla sua ultima partecipazione, Luciano Ligabue è tornato sul palco del Primo Maggio. “Il primo maggio è una delle feste più belle che abbiamo, sono felice di essere qui”, ha detto il rocker di Correggio che ha infiammato il palco di San Giovanni con due delle sue canzoni più amate: ‘Il sale della terra‘ e l’intramontabile ‘Urlando contro il cielo‘, ma prima di cantare ha voluto lasciare un messaggio a tutti i presenti con qualche riferimento (non velato) al governo e alle sue scelte.
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“Dieci anni fa ho scritto un pezzo sugli effetti della droga più vecchia del mondo. La droga più vecchia del mondo non è chimica, è mentale ed è la smania di potere. In genere chi più ne ha più ne vuole e spesso, come quasi ogni tossico, è capace di qualunque cosa pur di non andare in crisi d’astinenza. Però di fronte alle overdose di un certo potere, agli abusi di cui è capace, serve un altro potere, quello di far sentire la tua voce e non permettere a nessuno, per esempio, di provare a cancellare la tua storia e riscriverla come gli pare, di non permettere a nessuno di provare a toglierti il diritto di amare, sempre in modo consenziente, ma amare chi ti pare, come ti pare, quanto ti pare. E mettere su la famiglia che ti pare e magari riuscire a mantenerla con un salario decente. Come dicevo questo è un pezzo sulla tossicità di quel potere che logora anche chi ce l’ha”.
“Dopo 17 anni siamo tornati ad “urlare” al Primo Maggio di Roma!”, ha scritto Ligabue sui social.
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