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Anestesisti-rianimatori e Formula 1: all’autodromo di Imola i due mondi a confronto

La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) ha realizzato presso la pista Enzo e Dino Ferrari il suo Motorcamp

Pubblicato:02-05-2022 11:08
Ultimo aggiornamento:03-05-2022 09:46

siaarti motorcamp
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ROMA – Invece che di monoposto di F1 e di appassionati di alta velocità, l’autodromo di Imola si è riempito nel week end di anestesisti-rianimatori per un inedito confronto con l’ingegneria automobilistica, mondi lontani ma spesso accomunati da problematiche, criticità e modus operandi.

L’occasione è stata offerta dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), che ha realizzato presso la pista Enzo e Dino Ferrari il suo Motorcamp, evento multiprofessionale che ha messo in dialogo due mondi abituati a confrontarsi con i temi della sicurezza, delle tecnologie e delle decisioni da prendere in poche frazioni di secondo.


“Nella due giorni- ha commentato al termine dei lavori il presidente Siaarti, Antonino Giarratano– è risultato evidente che l’anestesista-rianimatore (Ar) potrebbe essere paragonato al pilota di F1″. “L’Ar guida una macchina, quella del corpo umano, laddove i piloti e gli ingegneri governano una vettura che viaggia in pista a 300 all’ora. Formazione e ricerca sono alla base di entrambi gli ambiti- ha aggiunto- che in situazioni di emergenza si trovano ad affrontare tematiche comuni da cui dipendono vite umane e sicurezza di persone e di team”.

Dal suo punto di vista Corrado Onorato, responsabile impostazione vettura in Ferrari Area Sportiva, ha confermato che il Motorcamp è stata “un’esperienza bellissima e nuova, che ci ha fatto scoprire i tanti punti in comune tra gestione della macchina e gestione del corpo umano. Tra chi si occupa di alta velocità in pista ed anestesisti-rianimatori abbiamo tanti modi di gestire comune, penso ad esempio all’adozione di strumenti di diagnostica per immagini, dove ora anche la F1 utilizza strumenti e metodi abitualmente utilizzati in medicina, come ad esempio i raggi x e gli ultrasuoni, che sono oggi indispensabili per avere sotto controllo ogni parte della vettura, dai freni all’aerodinamica ed alla ventilazione”.

Alla due giorni di Imola hanno partecipato oltre 300 specialisti, che si sono suddivisi tra sessioni plenarie e parallele, workshop e tante simulazioni realizzate proprio presso i box dell’autodromo (gestione delle emergenze, interventi di elisoccorso, interventi salvavita, pazienti ustionati….).

Risultato finale dell’evento? Elena Giovanna Bignami, tra le coordinatrici scientifiche dell’evento Siaarti, ha spiegato che “è stata una due giorni di grandissima interazione multiprofessionale. Ci portiamo a casa l’evidenza della commistione fortissima tra i nostri due mondi. I maggiori punti di contatto sono probabilmente presenti nell’uso comune della diagnostica per immagini, nell’utilizzo sempre più ampio e preciso delle nuove tecnologie, ma anche nella comune capacità, su cui possiamo confrontarci sempre più, di avere il controllo di situazioni estreme, nella capacità di prendere decisioni difficili in situazione di stress”.

“Un percorso, quello iniziato tra anestesisti e mondo della velocità automobilistica, appena avviato e che- ha infine sottolineato Bignami- può portare a collaborazioni utilissime anche nel futuro, visto che continueremo a scambiarci conoscenze sulle applicazioni di alta tecnologie a di intelligenza artificiale: un interscambio che può portare un enorme beneficio reciproco”, ha concluso.

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