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Salvini e Di Maio aspettano Conte, e dopo Berlusconi arriva Cairo?

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'agenzia Dire, per #DireOggi

Pubblicato:02-05-2019 15:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:25

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Messa a posto la giacca, strattonata da una parte e dall’altra, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sta studiando la mossa per accompagnare alla porta il sottosegretario Armando Siri, indagato dai magistrati per corruzione e affari di mafia. Su questo la posizione del M5S resta quella di sempre: Siri si deve dimettere e lasciare il Governo. E Di Maio, che pure confida in Conte, ha già fatto presente che non ci potranno essere altre soluzioni, che il presidente del Consiglio farebbe bene a prendere atto della decisione del ‘socio di maggioranza’.

Capitan Salvini non può mollare il suo uomo così alla leggera, per questo ha chiamato i suoi a sparare sul Movimento con tutta una serie di provvedimenti che i grillini mai e poi mai voteranno, a partire dal ritorno delle Province. Nel Movimento si dà per scontata la decisione di Conte: Siri si dimetterà. Ci vorrà del tempo? Non fa niente, anzi, al Movimento fa comodo che tutti i media parlino delle strane faccende di Siri e della Lega, «così i cittadini capiranno chi è veramente per la legalità», commenta sulla questione una fonte del M5S.

Ma il vero nodo è il tema dell’autonomia chiesta dal Veneto e dalla Lombardia. Qui sono i governatori leghisti che ci hanno messo la faccia e che rischiano la loro credibilità nei confronti dei loro cittadini. Non sono disponibili a patti al ribasso e sono pronti anche a scontrarsi con il loro leader, Matteo Salvini.


Intanto fonti della Lega della Regione Lombardia parlano di un grande attivismo, su a Milano, dell’editore Umberto Cairo. Stando a queste voci Cairo starebbe pensando a fare il gran salto in politica, per riorganizzare quel pezzo di elettorato di centro e liberale che non vuol morire leghista. Ma ha bisogno di tempo, almeno un anno. Anche per questo si voterà prima?

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